C’ERA UNA VOLTA A GAGGIO, IL CAPODANNO…OVVERO COME FARE PER AVERE FORTUNA E POSPERITA’ PER TUTTO L’ ANNO A Gaggio Montano, ma come in tutti gli altri paesi della montagna, molti riti e superstizioni si ritrovano in quella tradizione contadina legata al ritmo delle stagioni. Quindi, anche le festività, o meglio i riti legati alle festività potevano indicare come sarebbe stato l’anno. Il Capodanno può essere senz’altro una data importante e molte sono le tradizioni, gli usi che si compiono per salutare l’anno vecchio e festeggiare l’anno nuovo. In molte parti d’ Italia è usanza gettare oggetti vecchi ed inservibili; a Gaggio Montano c’era fino agli anni 50 del secolo scorso l’usanza con presagi matrimoniali per le giovani donne in cerca di marito di gettare fuori di casa il primo dell’anno una ciabatta: se rimane con la punta verso chi la tira, anche per l’anno nuovo non si troverà marito; se invece la punta resterà all’ opposto la giovane troverà marito. E’ una scelta precisa l’oggetto da tirare fuori di casa: la ciabatta, la calzatura per eccellenza di chi sta molto in casa e si dedica alle faccende domestiche, per cui è la calzatura tipica di una ragazza in età da marito. Ma sono soprattutto gli incontri che faremo il primo giorno dell’anno a determinare la fortuna o la disgrazia che ci accompagneranno per i restanti giorni. Uno dei convincimenti più diffusi è certamente quello che incontrare una donna il primo di gennaio porti sfortuna, tanto più se è lei per prima ad augurare buon anno. Sempre a Gaggio Montano troviamo un’usanza fino alla metà del secolo scorso molto rispettata, ovvero proibire ad una donna di recarsi il primo dell’anno da chicchessia per augurare il buon anno. Infatti se una donna verrà in casa il primo dell’anno le disgrazie ci accompagneranno per tutto l’anno. Allo stesso modo, anzi peggio, non bisognerebbe incontrare un sacerdote o il becchino del paese: entro l’anno sarà morte certa. Ma quindi chi bisogna incontrare il primo dell’anno per avere 365 giorni fortunati e senza disgrazie? Un uomo, o meglio ancora un uomo gobbo, perché porterà denaro e raccolto abbondante; ma non una donna gobba perché, trattandosi di donna, porterà solo disgrazie. Scopri il nostro calendario di escursioni in Appennino Fabrizio Borgognoni Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti
PALOMBARI FOSSILI A poca distanza dal passo delle Radici, lungo la dorsale che dal crinale principale scende verso nord a dividere le valli dello Scoltenna (bacino Panaro) da quella del Dragone (bacino Secchia), si staglia una piccola vetta dall’aspetto caratteristico: un’isola di roccia lavica, in un mare di montagne fatte di rocce sedimentarie. E’ il SASSO TIGNOSO. La sua quota relativamente bassa (1492 m s.l.m…facile facile da ricordare) è compensata dalla sua posizione isolata, per cui dalla vetta è possibile godere di un vasto panorama a 360° dal crinale appenninico alle Alpi, dal Cimone al Cusna, dall’Abetone alla Pietra di Bismantova. Ai suoi piedi, fra faggete e pascoli, scorre uno dei tratti più belli dell’antica via Vandelli, strada transappenninica voluta da Francesco III d’Este, Duca di Modena, e realizzata dall’eclettico abate Domenico Vandelli. La vetta si può raggiungere in breve tempo dalla Vandelli per la via diretta, più impegnativa perché in parte su ripidi canalini con fondo detritico e rivolta sul versante meridionale, molto caldo in estate, oppure per il versante nord (sentiero CAI 565), dove la salita si presenta più graduale e soprattutto può essere effettuata sotto l’ombra della faggeta. Il nome Tignoso è dovuto all’aspetto particolare del rilievo, a causa della natura delle rocce che lo compongono: il loro colore scuro che facilita il surriscaldamento in estate, il chimismo ultrabasico e la difficoltà alla formazione di un suolo strutturato, rendono difficile l’attecchire della vegetazione. 200 milioni di anni fa un piccolo bacino oceanico, l’oceano Ligure-Piemontese, separava la placca africana da quella europea. L’apertura dell’Oceano Atlantico alle spalle della placca africana e il suo conseguente avvicinamento a quella europea hanno portato alla chiusura dell’oceano Ligure-Piemontese e alla nascita delle Alpi prima e dell’Appennino poi. Il Sasso Tignoso non è altro che un frammento di quell’antico pavimento oceanico…l’escursionista che cammina sulla sua vetta è come un palombaro…fossile. Davide Pagliai Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti
TUTTE LE STRADE PASSANO DA BOMBIANA (almeno nel Medioevo) Bombiana è una frazione del comune di Gaggio Montano e dista circa 6 km dal capoluogo. La zona oggi è quasi appartata rispetto alle località vicine e neanche tanto popolosa, ma non era così nel Medioevo: l’area bombianese era un vero crocevia, sia stradale che politico visto che era posta al confine tra le zone del Bolognese, Modenese e Pistoiese. A Bombiana si incrociavano due strade transappenniniche di grande importanza; le due strade avevano a dire il vero origine romana, ma rimasero aperte anche nel Medioevo tanto che vennero addirittura servite da numerosi ospitali per i pellegrini. La via importante che attraversava Bombiana era la Via del Reno che univa Nonantola a Monteveglio e a Pistoia, ma che aveva due diramazioni da Modena e da Bologna, entrambe toccando Bombiana ma poi allontanandosi, dirigendosi la prima verso la Val Limentra e il passo della Collina e la seconda, invece, verso Gaggio Montano, Fanano e il Passo della Croce Arcana. Molte personalità del tempo avevano interessi sulla zona di Bombiana: la contessa Matilde di Canossa, la Santa Sede, il monastero toscano di San Salvatore della Fontana Taona e anche l’ Abbazia di Santa Lucia di Roffeno. Svolgendo importanti funzioni sociali quali ospitalità ai pellegrini, manutenzione delle strade e ponti, queste fondazioni religiose ricevevano cospicue donazioni di terreni sia da persone potenti che da semplici abitanti che da viaggiatori: in questo modo monasteri ed abbazie controllavano il territorio e ne influenzavano l’ economia. Importanti erano anche gli ospitali presenti sul territorio: l’ospitale di San Biagio poteva essere sorto per opera dell’ Abbazia di Santa Lucia di Roffeno per controllare meglio la Via Cassiola (Piccola Cassia) e per bilanciare l’ influenza nella zona del monastero di San Salvatore della Fontana Taona e dell’ ospitale di San Bartolomeo del Pratum Episcopi (Spedaletto). L’ospitale di San Biagio già nel XVI secolo era in rovina e l’ altro ospitale bombianese di San Michele Arcangelo era scomparso senza lasciare tracce visibili nel Cinquecento. A parte l’importanza delle strade transappenniniche, Bombiana fu importante anche per la costruzione, da parte del Comune Bolognese, della fortezza di Castel Leone sulla cima di Monte Castello. Fu probabilmente costruita intorno al 1230 a dominio della valle del Reno e del Dardagna e doveva essere d’aiuto alla fortezza costruita su Monte Belvedere che difendeva la Valle del Dardagna. In queste due fortezze furono trasferiti forzatamente abitanti dei paesi vicini: a Castel Leone arrivarono abitanti di Rocca Pitigliana e Gaggio Montano, al Belvedere quelli di Vidiciatico, Grecchia e Gabba. La fortezza di Castel Leone aveva una chiesa dedicata a San Giacomo e contava ben 86 capifamiglia residenti. All’ interno del castello c’era una casa dove risiedeva il podestà, podesteria attiva fino al 1288; alla fine del secolo venne però trasferita a Rocca Pitigliana e Castel Leone scomparve definitivamente. In effetti, terminata la politica espansionistica di Bologna verso Modena e con la città sconvolta dalla carestia, non aveva più senso mantenere uomini, guardie ed armi, e un podestà con la sua famiglia, i funzionari, i servitori in uno sperduto castello montano. Scopri tutte le nostre escursioni sul sito www.laviadeimonti.com Fabrizio Borgognoni Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti
ALLA LOCANDA DEL PAESE Ogni paese, grande o piccolo che sia, sul cucuzzolo della montagna o a ridosso degli Appennini ha una locanda. Gaggio Montano e le sue frazioni non fanno eccezione; e per raccontare la storia delle locande di paese bisogna partire da molto lontano. Se torniamo indietro nel tempo, Medioevo o giù di li, il nostro Appennino era percorso principalmente da viandanti, persone che si spostavano in cerca di lavoro o pellegrini che percorrevano un cammino di devozione. Antesignani delle locande erano quindi gli ospitali, utilizzati da tutti i viandanti per sostare; a Bombiana esisteva l’ ospitale di San Michele, posto in un crocevia importante di strade (ma di questo parleremo nell’ escursione del 8 agosto). Se facciamo un salto avanti nel tempo e arriviamo alla fine dell’ Ottocento, il nostro Appennino non sarà più percorso da viandanti e pellegrini ma verrà scoperto dalle persone in “villeggiatura”: i Bagni della Porretta diventano una meta irrinunciabile per chi vuole rigenerare corpo e mente dalle fatiche quotidiane. Quindi anche le strutture ricettive (locande, pensioni, osterie) si adeguano alle esigenze del viaggiatore moderno e assumono l’aspetto che conosciamo diventando veri e propri luoghi di aggregazione. A Gaggio Montano, questo luogo di aggregazione fu per molto tempo la trattoria-locanda Margelli, aiutata dal fatto che fino agli anni Sessanta del secolo scorso era accanto agli uffici comunali. L’azdora si chiamava Amelia: i miei nonni me la descrivevano come una signora piccolina, con occhiali dalle spesse lenti, che trascorreva l’ intera giornata nella cura dell’ “esercizio”. Davanti ad un largo fornello, l’ azdora alternava tegami e pentole, mescolando, scodellando le saporite ricette. La cucina divideva lo spazio con la sala da pranzo, uno stanzone unico nel cui centro troneggiava una stufa di terracotta a quattro ripiani, marca “Becchi” che riscaldava l’ambiente. A parte i tavoli, l’altro elemento d’ arredo era un cassettone antico, a sinistra dell’ entrata, contenente tutto il necessario per apparecchiare i tavoli. La locanda dell’ Amelia lavorava tutto l’ anno: d’ estate con le feste paesane, in autunno e primavera grazie ai capofamiglia che si recavano in Comune per le varie denunce stagionali e in inverno, nei lunghi pomeriggi quando la natura imponeva di fermarsi per le abbondanti nevicate, combriccole di paesani si trovavano alla trattoria per partite a carte, per bere qualche bicchiere e per lunghe chiacchierate. Ad allietare questi pomeriggi, così almeno raccontava nonno Antonio, c’erano Alfonsino , esperto di fisarmonica, e Cirillo, con il violino. Due curiosità per finire: da Amelia non si andava solo per chiacchiere e bevute, ma anche per necessità: era in trattoria, infatti, l’ unico telefono pubblico del paese e della campagna a cui si ricorreva per comunicare notizie importanti. E poi, Amelia non permetteva a nessuno di toccare la caffettiera. Il suo caffè, per aroma e sapore, era una vera celebrità tra i gaggesi. Il caffè, parola di Amelia, per essere buono davvero deve formarsi nella sua stessa incrostazione; guai a “sgurare” troppo la napoletana! Fabrizio Borgognoni Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti Visita il nostro sito per scoprire le nostre escursioni.
LA NONNA RACCONTA…TROVAR MARITO A SAN GIOVANNI (24 giugno) Capugnano adesso è un piccolo borgo vicino a Porretta Terme (ora Alto Reno Terme), ma un tempo era un paese grande e popolato; a Capugnano viveva nonna Iolanda e i suoi racconti mi hanno tenuto compagnia quando ero piccolo. Nonna Iolanda mi raccontava che, ai suoi tempi, per una ragazza in età da marito era importantissimo trovare un buon marito perché dalla scelta sarebbe dipesa tutta la sua vita. Non molto diverso da ora, direi, ma considerate che ai tempi le possibilità non erano quelle di oggi quindi la scelta doveva essere ponderata e molto molto importate. Per far sì che la scelta fosse la migliore possibile era necessario intravedere nei vari segni della natura importanti presagi. Ad esempio, in primavera il canto del cuculo è premonitore di quanti anni separano la ragazza dal matrimonio: opportunamente interrogato, e contati il numero dei “cucù” questi indicavano il numero di anni che bisognava ancora aspettare. Ma era soprattutto la notte di San Giovanni (24 giugno) ad essere importante:notte di prodigi con molteplici tradizioni legate a questa data, in modo particolare legate alla rugiada (la guàza). La rugiada di San Giovanna era ritenuta benefica per guarire da ogni male, in particolare per reumatismi e artriti. Per guarire bastava farsi bagnare dalla rugiada, anche se alcune versioni riferiscono che per guarire bisogna camminare a ritroso scalzi nell’ erba bagnata dalla guàza. Ma torniamo alle ragazze da marito e ai presagi importanti che possono trarre da questa notte. La notte della vigilia di San Giovanni, bisogna mettere in un litro d’acqua l’albume di un uovo, metterlo alla guàza e alla mattina successiva bisogna andarlo a prendere prima che si alzi il sole. Nell’ albume sarà possibile vedere il mestiere che farà il futuro marito. Quindi attraverso una misteriosa figura che dovrebbe vedersi nell’albume, con il contributo non secondario delle virtù miracolose della rugiada, si potrà determinare lo stato di maggiore o minore benessere degli sposi. Anche perché, nonna Iolanda ci teneva a ricordarlo spesso, la ragazza che andrà in sposa ad un montanaro sarà disgraziata e piangerà finché vive. La ragazza che invece sposa un contadino sarà fortunata; questo semplicemente perché sposando un montanaro bisognerà vivere con la scarsità e la limitatezza dei prodotti delle montagne, se non solo di castagne. Sposando un contadino, le cui terre si presume siano situate in luoghi meno aspri, si potrà godere di una vita, se non agiata, almeno non fatta di sole castagne ma anche di cereali e in alcuni casi anche di vigna. Fabrizio Borgognoni Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti Visita il nostro sito per scoprire le nostre escursioni.
C’ERA UNA VOLTA A GAGGIO, IL CAPODANNO…OVVERO...
TUTTE LE STRADE PASSANO DA BOMBIANA (almeno nel...
maggio, 2021
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Escursione ad anello nel territorio del comune di Serramazzoni. Partendo dal castello di Monfestino ci addentreremo nella meravigliosa valle del Rio Bucamante, alla scoperta delle cascate nascoste nel folto di boschi di [...]
Escursione ad anello nel territorio del comune di Serramazzoni.
Partendo dal castello di Monfestino ci addentreremo nella meravigliosa valle del Rio Bucamante, alla scoperta delle cascate nascoste nel folto di boschi di carpino e cerro…e della leggenda che dà il curioso nome a questo luogo.
Ritrovo ore 9.00 presso il parcheggio all’ingresso dell’abitato di Monfestino.
Difficoltà:Escursionistica (E)
Durata (comprese soste): 4 h circa
Note attrezzatura minima: calzature da trekking, acqua.
Pranzo al sacco a carico dei partecipanti, suggerito zainetto 20 lt, utili bastoni da trekking o nordic walking.
Costi escursione: 15 euro adulto, 7 euro minore 16 anni.
Per iscrizioni e maggiori info: Davide +39 371 1842531
Regolamento di partecipazione.
Cosa fare in caso di maltempo.
Chi sarà la vostra guida: Davide
(Sabato) 9:00 GMT +2
Serramazzoni
Località Monfestino
Davide Pagliai +39 371 1842531
Nelle biografie marconiane si citano generalmente l'origine capugnanese della famiglia e la casa delle Croci dove il nonno di Guglielmo, Domenico, avviò la sua fortunata attività artigianale mercantile (ma anche [...]
Nelle biografie marconiane si citano generalmente l’origine capugnanese della famiglia e la casa delle Croci dove il nonno di Guglielmo, Domenico, avviò la sua fortunata attività artigianale mercantile (ma anche imprenditoriale e bancaria) e dove nacquero il padre e due zii di Guglielmo. Ma anche la prolungata frequentazione delle terme porrettane da parte di tutta la famiglia, tanto che Guglielmo, adolescente, aveva fatto proprio a Porretta i suoi primi esperimenti sull’ elettricità.
Un viaggio quindi tra Otto e Novecento che ci permetterà non solo di conoscere le radici di uno scienziato, ma di vivere anche il fascino dei Bagni della Porretta, mèta di aristocratici e del bel mondo!
Escursione patrocinata dal Comune di Alto Reno Teme- Unione Comuni Appennino Bolognese
SPECIFICHE TECNICHE:
LUNGHEZZA km 12 (circa)
DISLIVELLO 500 mt (circa)
DIFFICOLTA’ E (escursionistica)
DURATA (indicativa) 5 ore
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursione adatta a tutti, appassionati di storia non possono mancare!
I nostri amici a 4 zampe possono partecipare al guinzaglio.
ATTREZZATURA MINIMA: Scarponi da trekking alti (NO SCARPE DA GINNASTICA) impermeabili ed in buone condizioni, zaino (consigliato 20-30 l; NO borse a spalla), abbigliamento da trekking, giacca protettiva antivento ed antipioggia, occhiali da sole, crema solare, guanti e berretto. Pranzo al sacco a cura dei partecipanti. Adeguata scorta d’acqua.
RITROVO: Ore 10,00 Porretta Terme (ora Alto Reno Terme, raggiungibile in treno: orari sul sito www.trenitalia.com). – Le coordinate del ritrovo verranno comunicate via wh il giorno prima dell’ escursione.
COSTO: Euro 15, 00 a persona (euro 7,00 minore di 14 anni)- Accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica abilitata ai sensi della legge 4/2013 e successive modifiche.
Per info ed iscrizioni: Fabrizio 351/6349935
Chi sarà la vostra guida: Fabrizio
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONE al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione):
Come ci regoliamo con il meteo ?
La Guida si riserva di modificare o rimandare l’ escursione causa maltempo o per la sicurezza del gruppo
(Sabato) 9:00
Primo dei quattro appuntamenti dedicato a chi ha gambe e cuore allenato, e con già un buon allenamento ma con la giusta voglia di mettersi alla prova...in cambio di grandi [...]
Primo dei quattro appuntamenti dedicato a chi ha gambe e cuore allenato, e con già un buon allenamento ma con la giusta voglia di mettersi alla prova…in cambio di grandi soddisfazioni!
20 kilometri e 1000 metri di dislivello su uno storico baluardo difensivo, tenendo un passo sostenuto ma senza dimenticare di guardarci intorno alla scoperta di un percorso ricco di suggestione e interesse nel cuore della Linea Verde 2, dove la campale difesa tedesca sul massiccio di Monte Belvedere e su Monte Castello impegnò per mesi le forze alleate e partigiane.
L’intero crinale che si affaccia sulla valle del Silla e degrada verso la valle del Reno fu pesantemente fortificato dai tedeschi con postazioni campali collegate tra loro da camminamenti in parte trincerati, nonostante Hitler pensasse che questo tipo di difesa non fosse affidabile : “ Si è visto che una postazione non ha alcun valore se non provvista di bunker in cemento armato. Una linea è forte tanto quanto è forte il suo punto debole perché il nemico può scoprire il punto più debole e allora attaccherà quel punto, non dove le fortificazioni sono invece più solide”.
E, anche in questa “escursione diabolica” , ci sarà un solo finale: piedi stanchi ma cuore felice!
Escursione patrocinata dal Comune di Gaggio Montano- Unione Comuni Appennino Bolognese
SPECIFICHE TECNICHE:
LUNGHEZZA km 20 (circa)
DISLIVELLO 1000 mt (circa)
DIFFICOLTA’ E+ (escursionistica impegnativa)
DURATA (indicativa) ore 8
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: persone con buon allenamento, abituate a camminare in montagna con dislivello e kilometraggio importante, buona condizione psicofisica, con equipaggiamento tecnico. Escursione impegnativa per lunghezza e dislivello ma priva di difficoltà tecnica.
A chi SCONSIGLIAMO questa escursione: principianti assoluti in montagna, persone senza allenamento.
ATTREZZATURA MINIMA: Scarponi da trekking alti (NO SCARPE DA GINNASTICA) impermeabili ed in buone condizioni, zaino (consigliato 20-30 l; NO borse a spalla), abbigliamento da trekking, giacca protettiva antivento ed antipioggia, occhiali da sole, crema solare, guanti e berretto. Pranzo al sacco a cura dei partecipanti. Adeguata scorta d’acqua.
RITROVO: Ore 9.00 Gaggio Montano. – Le coordinate del ritrovo verranno comunicate via wh il giorno prima dell’ escursione.
COSTO: Euro 20,00 a persona (solo adulti)- Accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica abilitata ai sensi della legge 4/2013 e successive modifiche.
Per info ed iscrizioni: Fabrizio 351/6349935
Chi sarà la vostra guida: Fabrizio
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONE al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione):
Come ci regoliamo con il meteo ?
La Guida si riserva di modificare o rimandare l’ escursione causa maltempo o per la sicurezza del gruppo
(Domenica) 9:00 - 14:00
Nel settore centrale dell' Appennino Bolognese troviamo due grandi specchi d'acqua artificiali che, a partire dai primi anni del Novecento, trasformarono il paesaggio montano di queste valli segnando una pagina [...]
Nel settore centrale dell’ Appennino Bolognese troviamo due grandi specchi d’acqua artificiali che, a partire dai primi anni del Novecento, trasformarono il paesaggio montano di queste valli segnando una pagina importante nelle loro vicende storiche e sociali.
Con questa escursione oggi scopriremo uno dei due laghi, il maggiore specchio d’ acqua dell’ Appennino emiliano, con una superficie di circa 1,5 kmq, una profondità massima di 70 metri ed una capacità di 46 milioni di metri cubi d’ acqua. Lungo il percorso attraverseremo boschi, praterie ricche di colorate fioriture, intricati arbusteti cresciuti su vecchi pascoli.
Escursione patrocinata da Unione Comuni Appennino Bolognese
SPECIFICHE TECNICHE:
LUNGHEZZA km 8 (circa)
DISLIVELLO 300 mt (circa)
DIFFICOLTA’ E (escursionistica)
DURATA (indicativa) 4 ore
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursione adatta a tutti, priva di difficoltà
I nostri amici a 4 zampe possono partecipare al guinzaglio.
ATTREZZATURA MINIMA: Scarponi da trekking alti (NO SCARPE DA GINNASTICA) impermeabili ed in buone condizioni, zaino (consigliato 20-30 l; NO borse a spalla), abbigliamento da trekking, giacca protettiva antivento ed antipioggia, occhiali da sole, crema solare, guanti e berretto. Pranzo al sacco a cura dei partecipanti. Adeguata scorta d’acqua.
RITROVO: Ore 10,00 Castel di Casio-località Prostima – Le coordinate del ritrovo verranno comunicate via wh il giorno prima dell’ escursione.
COSTO: Euro 15, 00 a persona (euro 7,00 minore di 14 anni)- Accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica abilitata ai sensi della legge 4/2013 e successive modifiche.
Per info ed iscrizioni: Fabrizio 351/6349935
Chi sarà la vostra guida: Fabrizio
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONE al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il meteo ?
La Guida si riserva di modificare o rimandare l’ escursione causa maltempo o per la sicurezza del gruppo
(Sabato) 9:00
Il PASSO DEL COLOMBINO è un ampio e panoramico valico del crinale secondario che, da Cima Tauffi, si stacca verso nordest a dividere le vallate di Fanano, Fellicarolo e Ospitale. In [...]
Il PASSO DEL COLOMBINO è un ampio e panoramico valico del crinale secondario che, da Cima Tauffi, si stacca verso nordest a dividere le vallate di Fanano, Fellicarolo e Ospitale.
In questa escursione, non ad anello, partendo dallo storico Rifugio CAPANNO TASSONI, saliremo al Passo del Colombino per ammirare un ampio panorama sull’alto Appennino modenese e bolognese, e impareremo a conoscere il pino mugo, arbusto tipicamente alpino che trova habitat anche in alcune zone delle nostre montagne. Inoltre, saliremo la tozza e aerea cima del LANCIO, ottimo e fotogenico belvedere.
DIFFICOLTÀ TECNICA: E (escursionistica) – nessuna particolare difficoltà; i sentieri CAI attorno al Passo del Colombino e al Monte Lancio presentano alcuni tratti molto stretti, ma non difficili.
DIFFICOLTÀ FISICA: in totale circa 9 km con
300 m di dislivello in salita.
NATURA DELLE DIFFICOLTÀ: nel complesso è una escursione che richiede una accettabile condizione psico fisica, adatta a principianti purché in possesso di buone calzature da escursionismo.
ATTREZZATURA OBBLIGATORIA: scarponcini da trekking, zaino; molto utili i bastoncini da trekking.
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti anche principianti, ma ben attrezzati.
A chi SCONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti privi di scarpe e abbigliamento tecnico.
PREZZO A PERSONA: 15 € adulto, 7 euro minore di 16 anni, al raggiungimento minimo di 6 partecipanti.
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONI al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il METEO?
La vostra GUIDA AMBIENTALE ESCURSIONISTICA di oggi: Francesco
Ulteriori informazioni e iscrizioni: Francesco – 348.6938044
(Sabato) 9:00
Un trekking itinerante di due giorni lungo uno dei sentieri più panoramici d’Italia: l’Alta via delle Cinque Terre. Un itinerario escursionistico di grande bellezza che ricalca le orme di antiche [...]
Un trekking itinerante di due giorni lungo uno dei sentieri più panoramici d’Italia: l’Alta via delle Cinque Terre. Un itinerario escursionistico di grande bellezza che ricalca le orme di antiche strade romane.
Stretti fra il verde dei monti liguri e l’azzurro intenso del mare partiremo a piedi dalla spiaggia di Levanto per raggiungere, seguendo il sentiero verde azzurro affacciato sul mare, il santuario di Soviore, dove pernotteremo all’interno di un antico ospitale del 1200 con vista sulla costa delle Cinque Terre.
Il secondo giorno raggiungeremo il valico del Termine e percorreremo in una lunga traversata sul filo del crinale delle Cinque Terre, l’alta via fino al monte Marvede (la cima più alta delle Cinque Terre).
Da qui proseguiremo fino al colle del Telegrafo, stretto fra il Golfo dei Poeti e la costa rocciosa delle Cinque Terre, per poi scendere attraverso i tipici vigneti terrazzati, fino al borgo marinaro di Riomaggiore, dove terminerà il nostro trekking. Da Riomaggiore rientro in treno verso La Spezia o Levanto.
Programma del tour:
Sabato: ritrovo ore 10.00 a Levanto. Prima tappa: Levanto, punta Mèsco, Colla dei Bagari, Montenegro, Soviore.
Distanza: circa 14 Km, Dislivello: circa 700m in salita, circa 300 m in discesa.
Domenica: Partenza da Soviore attorno alle ore 8.30. Seconda Tappa: Soviore, passo del Termine, monte Marvede (la cima più alta delle Cinque Terre), Telegrafo, Riomaggiore.
Distanza: circa 20 Km, Dislivello: circa 600m in salita, circa 900 in discesa
Durata: 2 giorni
Costo: euro 160,00 comprensivo di servizio guida per due giorni, pernotto con cena e prima colazione, cestino pranzo per la domenica, assicurazioni.
Direzione tecnica agenzia: Insolita itinera
Attività: Trekking itinerante di due giorni
Difficoltà (trekking): E (escursionistica). Non ci sono difficoltà tecniche, il percorso del secondo giorno richiede una discreta abitudine al movimento, per la lunghezza.
Note attrezzatura minima: calzature da trekking (obbligatorie: NO scarpe da ginnastica), abbigliamento comodo per camminare, zaino 20-30 lt, cappello ed occhiali da sole, giacca antiacqua.
Per maggiori info e iscrizioni: info@laviadeimonti.com o 3711842531 (Davide)
8 (Sabato) 10:00 - 9 (Domenica) 16:00
Escursione evento con la partecipazione del fotografo naturalista Luigi Riccioni. Uno degli aspetti di maggior pregio ed interesse del Parco Regionale Corno alle Scale è senza dubbio la ricchezza del suo [...]
Escursione evento con la partecipazione del fotografo naturalista Luigi Riccioni.
Uno degli aspetti di maggior pregio ed interesse del Parco Regionale Corno alle Scale è senza dubbio la ricchezza del suo popolamento faunistico. La complessità degli ecosistemi forestali, la diversificazione degli habitat in rapporto all’ altitudine consentono la presenza di mammiferi di grande importanza ecologica: ungulati, rari predatori come il Lupo, e pressochè tutte le specie ornitiche tipiche degli ambienti che dall’ Appennino Bolognese si estendono al crinale.
Grazie alla preziosa guida di Luigi Riccioni andremo alla scoperta di un ambiente e di una storia unica nel suo genere.
LUIGI RICCIONI: Vera memoria storica e primo innamorato del Corno alle Scale, nasce a Lizzano in Belvedere nel 1944. Ha lavorato per lunghi anni come insegnante nei corsi professionali della Regione Emilia-Romagna. Dopo il trasferimento all’ Assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, prosegue la sua attività fotografica-documentativa tanto da creare una banca-immagini che diventa in breve tempo un servizio importante per tutte le realtà redazionali della Regione.
Ha vinto concorsi fotografici a livello nazionale, con riconoscimenti di critica e pubblico; ha all’ attivo diverse pubblicazioni di volumi fotografici e scientifici su temi specifici, in particolare la flora spontanea.
Escursione patrocinata dal Comune di Lizzano in Belvedere- Unione Comuni Appennino Bolognese
Escursione in collaborazione con Corno alle Scale
SPECIFICHE TECNICHE:
LUNGHEZZA 6-8 km
DISLIVELLO 400 mt (circa)
DIFFICOLTA’ E (escursionistica )
DURATA (indicativa) ore 5
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursione adatta a tutti, purché con un minimo allenamento. Curiosi, fotografi e amanti dell’ ambiente unico del Corno alle Scale non possono mancare!
ATTREZZATURA MINIMA: Scarponi da trekking alti (NO SCARPE DA GINNASTICA) impermeabili ed in buone condizioni, zaino (consigliato 20-30 l; NO borse a spalla), abbigliamento da trekking, giacca protettiva antivento ed antipioggia, occhiali da sole, crema solare, guanti e berretto. Pranzo al sacco a cura dei partecipanti. Adeguata scorta d’acqua.
RITROVO: Ore 5,45 Località Cavone- Lizzano in Belvedere – Le coordinate del ritrovo verranno comunicate via wh il giorno prima dell’ escursione.
Per suggerimenti su dove pernottare, contattare la Guida.
COSTO: Euro 20,00 a persona (euro 10,00 minori di 14 anni)- Accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica abilitata ai sensi della legge 4/2013 e successive modifiche.
Per info ed iscrizioni: Fabrizio 351/6349935
Chi sarà la vostra guida: Fabrizio
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONE al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il meteo ?
La Guida si riserva di modificare o rimandare l’ escursione causa maltempo o per la sicurezza del gruppo
(Domenica) 9:00
PIANCAVALLARO, méta turistica classica dell'Appennino modenese. A quote comprese tra 1800 e 1900 m, è un piccolo altopiano ai piedi del VERSANTE NORD DEL CIMONE. Proprio per la sua posizione [...]
PIANCAVALLARO, méta turistica classica dell’Appennino modenese. A quote comprese tra 1800 e 1900 m, è un piccolo altopiano ai piedi del VERSANTE NORD DEL CIMONE. Proprio per la sua posizione ed esposizione, il disgelo primaverile vi avviene molto lentamente, con molti nevai che indugiano a lungo, resistendo bene a primi caldi e piogge primaverili.
L’escursione di oggi parte nel versante sud del Cimone, ma dopo aver affrontato la maggior parte del dislivello a meridione, gireremo a nord, percorrendo un anello tra i nevai, i ruscelli e le prime fioriture di Piancavallaro.
DIFFICOLTÀ TECNICA: E (escursionistica) – nessuna particolare difficoltà, se non quella della presenza di molta neve residua.
DIFFICOLTÀ FISICA: in totale circa 10 km con
600 m di dislivello in salita.
NATURA DELLE DIFFICOLTÀ: nel complesso è una escursione che richiede una buona condizione psico fisica, nonché ottime calzature da escursionismo.
ATTREZZATURA OBBLIGATORIA: scarponcini da trekking, zaino tecnico, bastoncini da trekking.
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti ben attrezzati.
A chi SCONSIGLIAMO questa escursione: principianti assoluti di montagna.
PREZZO A PERSONA: 15 € al raggiungimento minimo di 6 partecipanti.
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONI al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il METEO?
La vostra GUIDA AMBIENTALE ESCURSIONISTICA di oggi:Francesco
Ulteriori informazioni e iscrizioni: Francesco – 348.6938044
(Domenica) 9:00
PIETRA DI BISMÀNTOVA, la REGINA dell'Appennino emiliano! STORIA, GEOGRAFIA, GEOLOGIA, NATURA, ALPINISMO... La Pietra è famosa tra gli studiosi di tutte le materie. Dante l'ha citata nel PURGATORIO; per i GEOGRAFI è [...]
PIETRA DI BISMÀNTOVA, la REGINA dell’Appennino emiliano!
STORIA, GEOGRAFIA, GEOLOGIA, NATURA, ALPINISMO… La Pietra è famosa tra gli studiosi di tutte le materie.
Dante l’ha citata nel PURGATORIO; per i GEOGRAFI è un punto cruciale dell’Appennino Settentrionale; fra i GEOLOGI è studiata in tutto il mondo; l’insolito PAESAGGIO è di eccezionale bellezza; fra i rocciatori e gli alpinisti è un vero e proprio ELDORADO, e senza di essa la storia dell’alpinismo emiliano sarebbe ancora all’anno zero.
Di questo e di molto ALTRO ANCORA vi parleremo in questa imperdibile escursione!
In DETTAGLIO.
Dal Parcheggio (a pagamento) di PIAZZALE DANTE saliremo alla vetta (1047 m slm) percorrendo l’elementare VIA NORMALE, quindi cammineremo lungo il sentiero CAI
697 che ci consentirà di compiere l’ANELLO alla base della Pietra. Infine, con i più intraprendenti torneremo sul PIANORO SOMMITALE lungo l’impegnativo SENTIERO BLU.
DIFFICOLTÀ TECNICA:
T (turistica) la via normale di salita alla cima;
E (escursionistica) la prosecuzione lungo l’anello della Pietra;
EE (escursionistica per esperti) la facoltativa risalita in cima lungo il breve “sentiero blu”; chi non se la sentisse di affrontarlo può aspettarci comodamente al Rifugio.
DIFFICOLTÀ FISICA: 7 km circa; 500 m di dislivello in salita.
NATURA DELLE DIFFICOLTÀ: nel complesso è una escursione su terreno vario, in parte anche roccioso, ma poco ripido e non difficile, a eccezione dell’impegnativo e facoltativo “sentiero blu”.
ATTREZZATURA OBBLIGATORIA: scarponcini con suola tecnica ben scolpita.
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti di livello medio.
A chi SCONSIGLIAMO questa escursione: principianti assoluti di montagna.
PREZZO: 20 € al raggiungimento di un minimo di 6 partecipanti.
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONI al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il METEO?
La vostra GUIDA AMBIENTALE ESCURSIONISTICA di oggi: Francesco
Ulteriori informazioni e iscrizioni: Francesco – 348.6938044
(Sabato) 9:00
Oggi La via dei monti vi porta a fare trekking fra boschi e vette dell'Abetone. L'Alpe Fariola, è un'aguzza cresta rocciosa che domina la Valle delle Pozze. Raggiungeremo la sua vetta risalendo [...]
Oggi La via dei monti vi porta a fare trekking fra boschi e vette dell’Abetone.
L’Alpe Fariola, è un’aguzza cresta rocciosa che domina la Valle delle Pozze.
Raggiungeremo la sua vetta risalendo il lungo e panoramico dorso che da Faidello sale al monte Gomito. Appagati dal superbo panorama che si gode dalla cima dell’Alpe scenderemo in Valle delle Pozze per fare ritorno al punto di partenza attraverso la via del Tedesco.
DIFFICOLTÀ TECNICA: E (escursionistica) – nessuna particolare difficoltà; i sentieri CAI della zona presentano alcuni tratti di salita e discesa ripide, ma non difficili dal punto di vista tecnico. Non sono presenti tratti esposti.
DIFFICOLTÀ FISICA: in totale circa 12 km con 700 m di dislivello in salita.
NATURA DELLE DIFFICOLTÀ: nel complesso è una escursione che richiede una accettabile condizione psico fisica, adatta a principianti purché in possesso di buone calzature da escursionismo e mediamente abituati all’attività fisica.
ATTREZZATURA OBBLIGATORIA: scarponcini da trekking, zaino; utili i bastoncini da trekking.
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti anche principianti, ma ben attrezzati. Adatta a bambini dai 12-13 anni, abituati a camminare. E’ possibile partecipare con il proprio amico a 4 zampe.
A chi SCONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti privi di scarpe e abbigliamento tecnico.
PREZZO A PERSONA: 15 € adulto, 7 euro minore di 16 anni, al raggiungimento minimo di 6 partecipanti.
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONI al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il METEO?
La vostra GUIDA AMBIENTALE ESCURSIONISTICA di oggi: Davide
Ritrovo: ore 9.00 Abetone
Ulteriori informazioni e iscrizioni: Davide – 3711842531
(Sabato) 9:00
Davide Pagliai +39 371 1842531
“Mi sento domandare spesso perché Monteacuto è detto “delle Alpi” pur essendo sull’Appennino. Si protesta; si dice che è un errore; anzi, un furto alla maestà delle Alpi. E io, [...]
“Mi sento domandare spesso perché Monteacuto è detto “delle Alpi” pur essendo sull’Appennino. Si protesta; si dice che è un errore; anzi, un furto alla maestà delle Alpi. E io, senza nulla togliere al loro indiscusso prestigio, mi limito ad affermare che “alpe” è termine generico. La cima che sovrasta ogni nostro paese, qualunque sia il suo nome specifico, è detta dai più vecchi genericamente “alpe”, o aipe; il luogo dove si va, anzi, si andava, all’alpeggio con gli animali. Coraggio, dunque: usiamolo anche noi, montanari delle Alpi Appennine, questo bel vocabolo: ne abbiamo diritto, anzi, dovere”. (Giorgio Filippi, “La toponomastica dell’Appennino”, in Culta Bononia, 1970, n. 1).
Andiamo quindi, in questo sabato alla scoperta di un paese uno di quei tipici paesi in cima al monte, che sembra in equilibrio e dà l’impressione di dover cadere da un momento all’altro, ora di quà ora di là. Da qui possiamo ammirare un panorama stupendo da un balcone naturale, l’unico pezzetto di prato, pochi metri quadrati in posizione orizzontale, in un paese dove tutto è verticale e finisce in strapiombo. Un tempo costituiva un castello inespugnabile, con torre merlata, cisterna e ponte levatoio e ora il paese, che conserva le caratteristiche tipicamente medioevali e una toponomastica che ricorda chiaramente la sua funzione di antico castello fortificato, è stato sottoposto a vincolo di tutela.
Escursione patrocinata dal Comune di Porretta Terme – Lizzano in Belvedere – Unione Comuni Appennino Bolognese
SPECIFICHE TECNICHE:
LUNGHEZZA km 12 (circa)
DISLIVELLO 550 mt (circa)
DIFFICOLTA’ E (escursionistica)
DURATA (indicativa) 5 ore
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursione adatta a tutti, priva di difficoltà tecniche.
I nostri amici a 4 zampe possono partecipare al guinzaglio.
ATTREZZATURA MINIMA: Scarponi da trekking alti (NO SCARPE DA GINNASTICA) impermeabili ed in buone condizioni, zaino (consigliato 20-30 l; NO borse a spalla), abbigliamento da trekking, giacca protettiva antivento ed antipioggia, occhiali da sole, crema solare, guanti e berretto. Pranzo al sacco a cura dei partecipanti. Adeguata scorta d’acqua.
RITROVO: Ore 9.30 Castelluccio – Le coordinate del ritrovo verranno comunicate via wh il giorno prima dell’ escursione.
COSTO: Euro 15,00 a persona (euro 7,00 minore di 14 anni)- Accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica abilitata ai sensi della legge 4/2013 e successive modifiche.
Per info ed iscrizioni: Fabrizio 351/6349935
Chi sarà la vostra guida: Fabrizio
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONE al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il meteo ?
La Guida si riserva di modificare o rimandare l’ escursione causa maltempo o per la sicurezza del gruppo
(Sabato) 9:00 - 14:00
Escursione evento con la partecipazione del fotografo naturalista Luigi Riccioni. I diversi paesaggi vegetali che si incontrano procedendo verso le quote più alte del Parco Regionale del Corno alle Scale sono [...]
Escursione evento con la partecipazione del fotografo naturalista Luigi Riccioni.
I diversi paesaggi vegetali che si incontrano procedendo verso le quote più alte del Parco Regionale del Corno alle Scale sono dovuti al naturale adeguamento della vegetazione al cambiamento di clima: soprattutto l’abbassamento delle temperature porta alla comparsa di specie vegetali nuove che, associandosi tra loro, vanno a disegnare il territorio in fasce di vegetazione. La flora del parco risulta quindi assai ricca, con una densità floristica fra le maggiori delle aree protette regionali; alcune specie presenti sono esclusive di questo territorio, altre trovano qui il limite meridionale della loro distribuzione.
Grazie alla preziosa guida di Luigi Riccioni andremo alla scoperta di un ambiente e di una storia unica nel suo genere.
LUIGI RICCIONI: Vera memoria storica e primo innamorato del Corno alle Scale, nasce a Lizzano in Belvedere nel 1944. Ha lavorato per lunghi anni come insegnante nei corsi professionali della Regione Emilia-Romagna. Dopo il trasferimento all’ Assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, prosegue la sua attività fotografica-documentativa tanto da creare una banca-immagini che diventa in breve tempo un servizio importante per tutte le realtà redazionali della Regione.
Ha vinto concorsi fotografici a livello nazionale, con riconoscimenti di critica e pubblico; ha all’ attivo diverse pubblicazioni di volumi fotografici e scientifici su temi specifici, in particolare la flora spontanea.
Escursione patrocinata dal Comune di Lizzano in Belvedere- Unione Comuni Appennino Bolognese
Escursione in collaborazione con Corno alle Scale
SPECIFICHE TECNICHE:
LUNGHEZZA km 6-8 (circa)
DISLIVELLO 300 mt (circa)
DIFFICOLTA’ E (escursionistica )
DURATA (indicativa) ore 4
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursione adatta a tutti, purché con un minimo allenamento. Curiosi, fotografi e amanti dell’ ambiente unico del Corno alle Scale non possono mancare!
ATTREZZATURA MINIMA: Scarponi da trekking alti (NO SCARPE DA GINNASTICA) impermeabili ed in buone condizioni, zaino (consigliato 20-30 l; NO borse a spalla), abbigliamento da trekking, giacca protettiva antivento ed antipioggia, occhiali da sole, crema solare, guanti e berretto. Pranzo al sacco a cura dei partecipanti. Adeguata scorta d’acqua.
RITROVO: Ore 8,45 località Polle-Corno alle Scale – Le coordinate del ritrovo verranno comunicate via wh il giorno prima dell’ escursione.
COSTO: Euro 20,00 a persona (euro10, 00 minori di 14 anni)- Accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica abilitata ai sensi della legge 4/2013 e successive modifiche.
Per info ed iscrizioni: Fabrizio 351/6349935
Chi sarà la vostra guida: Fabrizio
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONE al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il meteo ?
La Guida si riserva di modificare o rimandare l’ escursione causa maltempo o per la sicurezza del gruppo
(Domenica) 9:00
Questo angolo di montagna bolognese, che scopriremo grazie a questa escursione, è di una straordinaria bellezza naturale ma di breve cammino: un piccolo angolo, domestico, amato nei suoi profili ma [...]
Questo angolo di montagna bolognese, che scopriremo grazie a questa escursione, è di una straordinaria bellezza naturale ma di breve cammino: un piccolo angolo, domestico, amato nei suoi profili ma anche ricco di storia e di storie di uomini. Storia non solo minuscola, di una civiltà contadina vissuta per secoli con il sudore della terra e dei castagni, con la fatica lenta e secolare, con le tradizioni e i nomi che passano da generazione in generazione , le famiglie che lasciano il paese alla ricerca di lavoro e fortuna, con i confini a pochi passi – per andare da Montese a Pavana si dovevano passare due frontiere; ma anche storia grande.
Carlo Magno che passa per questa valle per tornare in Francia dopo essere stato incoronato imperatore; i secoli di ferro, i castelli che sorgono sul crinale, dal Belvedere a Castelleone; la contessa Matilde ma anche l’ imperatore Enrico V che si ferma a Bombiana, contornato da dignitari e vassalli, per firmare un diploma a favore dell’ Ospitale di San Michele, come ricorda lo storico della montagna bolognese del Medioevo, il montanaro Arturo Palmieri.
Escursione patrocinata da Comune di Gaggio Montano-Unione Comuni Appennino Bolognese
SPECIFICHE TECNICHE:
LUNGHEZZA km 12 (circa)
DISLIVELLO 500 mt (circa)
DIFFICOLTA’ E (escursionistica)
DURATA (indicativa) 6 ore
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursione adatta a tutti, priva di difficoltà.
I nostri amici a 4 zampe possono partecipare al guinzaglio.
ATTREZZATURA MINIMA: Scarponi da trekking alti (NO SCARPE DA GINNASTICA) impermeabili ed in buone condizioni, zaino (consigliato 20-30 l; NO borse a spalla), abbigliamento da trekking, giacca protettiva antivento ed antipioggia, occhiali da sole, crema solare, guanti e berretto. Pranzo al sacco a cura dei partecipanti. Adeguata scorta d’acqua.
RITROVO: Ore 9.30 Bombiana – Le coordinate del ritrovo verranno comunicate via wh il giorno prima dell’ escursione.
COSTO: Euro 15, 00 a persona (euro 7,00 minore di 14 anni)- Accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica abilitata ai sensi della legge 4/2013 e successive modifiche.
Per info ed iscrizioni: Fabrizio 351/6349935
Chi sarà la vostra guida: Fabrizio
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONE al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il meteo ?
La Guida si riserva di modificare o rimandare l’ escursione causa maltempo o per la sicurezza del gruppo
(Sabato) 9:00
BALZO DELLE ROSE: un nome suggestivo per indicare una cima facilmente raggiungibile, panoramica e di grande soddisfazione escursionistica, nonostante l'altitudine non particolarmente elevata (1748 m). Oggi lo affronteremo dal suo lato [...]
BALZO DELLE ROSE: un nome suggestivo per indicare una cima facilmente raggiungibile, panoramica e di grande soddisfazione escursionistica, nonostante l’altitudine non particolarmente elevata (1748 m).
Oggi lo affronteremo dal suo lato più facile, quello settentrionale; un itinerario adatto a molti, in un ambiente naturale tra i più BELLI (E SOLITARI) dell’Appennino modenese. DA NON PERDERE!
DIFFICOLTÀ TECNICA: E (escursionistica) – nessuna particolare difficoltà, se non quella della presenza di eventuale neve residua.
DIFFICOLTÀ FISICA: in totale circa 6 km con 400 m di dislivello in salita.
NATURA DELLE DIFFICOLTÀ: nel complesso è una escursione che richiede una discreta condizione psico fisica, nonché buone calzature da escursionismo.
ATTREZZATURA: scarponcini da trekking obbligatori, consigliati bastoncini da trekking.
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti di medio livello e ben attrezzati.
A chi SCONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti non attrezzati.
PREZZO A PERSONA: 15 € al raggiungimento minimo di 4 partecipanti, 9 euro minori di 16 anni.
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONI al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il METEO?
La vostra GUIDA AMBIENTALE ESCURSIONISTICA di oggi: Francesco
Ulteriori informazioni e iscrizioni: Francesco – 348.6938044
(Sabato) 9:00 - 14:00
Cesare Montecuccoli fu sicuramente un personaggio particolare, famoso per aver compiuto diverse bizzarrie nel periodo di amministrazione del feudo montesino: probabilmente si comportava come il podestà locale che viveva alle [...]
Cesare Montecuccoli fu sicuramente un personaggio particolare, famoso per aver compiuto diverse bizzarrie nel periodo di amministrazione del feudo montesino: probabilmente si comportava come il podestà locale che viveva alle spalle della gente e prendendosi gioco della popolazione.
Nel 1538 alla morte del padre lui e i suoi fratelli si divisero il feudo ed egli ottenne Ranocchio e San Martino. Presso quest’ultima borgata egli possedeva la sua personale abitazione, nella quale si ritirò e visse per tutta la vita. Si sposò ed ebbe un figlio, ma principalmente il Conte Cesare amava passare il tempo con le sue concubine (da cui ebbe tanti figli naturali), circondato da fidati bravi, mercenari locali, che lavoravano per lui e alcuni servitori.
Si racconta che il Conte Cesare amasse passare le giornate in città, Bologna era la sua preferita. Durante il viaggio di rientro , siamo intorno al 1530, il conte Cesare si imbatté con i suoi fidati accompagnatori in due servi dei Tanari, con un mulo carico di viveri e mercanzie ed un cane da caccia. Cesare, per dispetto, si fece consegnare il cane e la notte stessa portò il cane ad un contadino, a lui fedele, a Salto di Montese e gli chiese di occuparsene. Così fu fatto. Il cane nei giorni seguenti venne coccolato ed accudito dai figli del contadino, persino portato con loro alle feste di paese alle quali partecipavano.
Ma capitava, essendo a quel tempo i confini molto labili, che si trovassero ad una stessa festa sia montesini, sia bolognesi. In una di queste dei gaggesi riconobbero il cane dei Tanari e vollero riportarlo ai legittimi padroni. Non ebbero la meglio, ma ci fu comunque un’azzuffata che arrivò alle orecchie di Cesare Montecuccoli e a quelle dei Tanari. Questa fu la scintilla che scatenò una serie scorribande e uccisioni….il resto ve lo racconto in escursione!
Escursione patrocinata da Comune di Montese
SPECIFICHE TECNICHE:
LUNGHEZZA km 11 (circa)
DISLIVELLO 500 mt (circa)
DIFFICOLTA’ E (escursionistica)
DURATA (indicativa) 5 ore
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursione adatta a tutti, priva di difficoltà
I nostri amici a 4 zampe possono partecipare al guinzaglio.
ATTREZZATURA MINIMA: Scarponi da trekking alti (NO SCARPE DA GINNASTICA) impermeabili ed in buone condizioni, zaino (consigliato 20-30 l; NO borse a spalla), abbigliamento da trekking, giacca protettiva antivento ed antipioggia, occhiali da sole, crema solare, guanti e berretto. Pranzo al sacco a cura dei partecipanti. Adeguata scorta d’acqua.
RITROVO: Ore 9.30 Montese- Le coordinate del ritrovo verranno comunicate via wh il giorno prima dell’ escursione.
COSTO: Euro 15, 00 a persona (euro 7,00 minore di 14 anni)- Accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica abilitata ai sensi della legge 4/2013 e successive modifiche.
Per info ed iscrizioni: Fabrizio 351/6349935
Chi sarà la vostra guida: Fabrizio
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONE al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il meteo ?
La Guida si riserva di modificare o rimandare l’ escursione causa maltempo o per la sicurezza del gruppo
(Domenica) 9:00
Il "Cervino della Val Trébbia"! Con questo soprannome altisonante e un po' ironico è chiamata dai locali la PIETRA PARCELLÀRA, una delle massime attrattive escursionistiche dell'Appennino piacentino. Con le sue pareti [...]
Il “Cervino della Val Trébbia”! Con questo soprannome altisonante e un po’ ironico è chiamata dai locali la PIETRA PARCELLÀRA, una delle massime attrattive escursionistiche dell’Appennino piacentino.
Con le sue pareti rocciose, basse ma verticali, la Pietra Parcellàra si eleva dalle colline calanchifere della Val Trébbia, e -seppure molto in miniatura- il suo profilo può ricordare quello di una vetta alpina, nonostante la quota modesta (843 m s.l.m. la cima).
In questa escursione, con partenza e arrivo in località DONCÉTO, percorreremo un largo anello che ci porterà a calcare la vetta non solo della Pietra Parcellàra, ma anche delle sue sorelle minori: la PIETRA MARCIA e la PIETRA PERDUCA.
DIFFICOLTÀ TECNICA: E+ (escursionistica impegnativa) – Gran parte dell’escursione si svolge su larghi sentieri e facili mulattiere. I
tratti finali per raggiungere le cime delle tre “pietre” sono invece più impegnativi, in particolare la breve rampa conclusiva della Pietra Parcellara (sentiero su fondo roccioso di difficoltà EE: escursionistica per esperti).
DIFFICOLTÀ FISICA: in totale circa 10 km con 600 m di dislivello in salita.
NATURA DELLE DIFFICOLTÀ: nel complesso è una escursione che richiede una buona condizione psico fisica, una certa esperienza di montagna e ottime calzature da escursionismo.
ATTREZZATURA OBBLIGATORIA: scarponcini da trekking, zaino tecnico.
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti con una buona esperienza di montagna.
A chi SCONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti alle prime armi, escursionisti con poca esperienza.
PREZZO: 25 € al raggiungimento minimo di 6 partecipanti.
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONI al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il METEO?
La vostra GUIDA AMBIENTALE ESCURSIONISTICA di oggi: Francesco
Ulteriori informazioni e iscrizioni: Francesco – 348.6938044
(Domenica) 9:15 - 16:00
Montagna spigolosa e ossuta. La Cima dell'Omo, o Alpe di Barga, regala al camminatore che sfida la sua salita breve ma ripida la sensazione di essere quasi "appeso all'aria" e immerso [...]
Montagna spigolosa e ossuta.
La Cima dell’Omo, o Alpe di Barga, regala al camminatore che sfida la sua salita breve ma ripida la sensazione di essere quasi “appeso all’aria” e immerso in una distesa verde di cime, valli, boschi e radure che sembra non avere confini se non quelli del profilo arcigno delle Apuane che si stendono di fronte a noi, quasi da poterle toccare.
DIFFICOLTÀ TECNICA: E (escursionistica) – nessuna particolare difficoltà; i sentieri CAI della zona presentano alcuni tratti di salita e discesa ripide, ma non difficili dal punto di vista tecnico. Non sono presenti tratti esposti.
DIFFICOLTÀ FISICA: in totale circa 12 km con 700 m di dislivello in salita.
NATURA DELLE DIFFICOLTÀ: nel complesso è una escursione che richiede una accettabile condizione psico fisica, adatta a principianti purché in possesso di buone calzature da escursionismo e mediamente abituati all’attività fisica.
ATTREZZATURA OBBLIGATORIA: scarponcini da trekking, zaino; utili i bastoncini da trekking.
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti anche principianti, ma ben attrezzati. Adatta a bambini dai 12-13 anni, abituati a camminare. E’ possibile partecipare con il proprio amico a 4 zampe.
A chi SCONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti privi di scarpe e abbigliamento tecnico.
PREZZO A PERSONA: 15 € adulto, 7 euro minore di 16 anni, al raggiungimento minimo di 6 partecipanti.
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONI al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il METEO?
La vostra GUIDA AMBIENTALE ESCURSIONISTICA di oggi: Davide
Ritrovo: ore 9.00 Pievepelago
Ulteriori informazioni e iscrizioni: Davide – 3711842531
(Sabato) 9:00
Francesco Rosati 348 69 38 044
Secondo dei quattro appuntamenti dedicato a chi ha gambe e cuore allenato, e con già un buon allenamento ma con la giusta voglia di mettersi alla prova...in cambio di grandi [...]
Secondo dei quattro appuntamenti dedicato a chi ha gambe e cuore allenato, e con già un buon allenamento ma con la giusta voglia di mettersi alla prova…in cambio di grandi soddisfazioni!
Il percorso da Porretta a Pistoia apparteneva ad un’ antica viabilità conosciuta come Via Francesca, o Via Francesca della Sambuca, che nel Medioevo era complementare alla Via Francigena ed utilizzata per arrivare in Toscana attraverso la Valle del Reno: arrivati a Porretta Terme (nostro punto di partenza) i pellegrini proseguivano verso Pistoia valicando il passo della Collina dominato dal Castello della Sambuca e nelle cui vicinanze si trovava lo Spedale di Pratum Episcopi (l’odierna Spedaletto). E’ un percorso affascinante, immerso nella natura, con lunghi tratti nella vegetazione tipica dell’Appennino da Porretta al passo della Collina per poi iniziare la discesa verso Pistoia caratterizzata dalla vegetazione mediterranea camminando per lunghi tratti tra gli uliveti per concludere la nostra escursione a Pistoia.
E, anche in questa “escursione diabolica” , ci sarà un solo finale: piedi stanchi ma cuore felice!
Escursione patrocinata dal Comune di Sambuca Pistoiese-Comune di Alto Reno Terme-Unione Comuni Appennino Bolognese
SPECIFICHE TECNICHE:
LUNGHEZZA km 34 (circa)
DISLIVELLO 1200 mt (circa)
DIFFICOLTA’ E+ (escursionistica impegnativa)
DURATA (indicativa) ore 10
Nota: Rientro a Porretta in Treno – biglietto a carico dei partecipanti da fare in loco.
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: persone con buon allenamento, abituate a camminare in montagna con dislivello e kilometraggio importante, buona condizione psicofisica, con equipaggiamento tecnico. Escursione impegnativa per lunghezza e dislivello ma priva di difficoltà tecnica.
A chi SCONSIGLIAMO questa escursione: principianti assoluti in montagna, persone senza allenamento.
ATTREZZATURA MINIMA: Scarponi da trekking alti (NO SCARPE DA GINNASTICA) impermeabili ed in buone condizioni, zaino (consigliato 20-30 l; NO borse a spalla), abbigliamento da trekking, giacca protettiva antivento ed antipioggia, occhiali da sole, crema solare, guanti e berretto. Pranzo al sacco a cura dei partecipanti. Adeguata scorta d’acqua.
RITROVO: Ore 07.45 Porretta terme. – Le coordinate del ritrovo verranno comunicate via wh il giorno prima dell’ escursione.
COSTO: Euro 25,00 a persona (solo adulti) comprensivo di polizza assicurativa per clienti accompagnati. Accompagnamento con Guida Ambientale Escursionistica abilitata ai sensi della legge 4/2013 e successive modifiche.
Per info ed iscrizioni: Fabrizio 351/6349935
Chi sarà la vostra guida: Fabrizio
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONE al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il meteo ?
La Guida si riserva di modificare o rimandare l’ escursione causa maltempo o per la sicurezza del gruppo
(Domenica) 9:00
Le case ormai abbandonate dell'antico borgo di Cà di Paretto ci appaiono all'improvviso nel folto del bosco, riportandoci indietro nel tempo, a quando questo selvaggio angolo della valle delle Tagliole [...]
Le case ormai abbandonate dell’antico borgo di Cà di Paretto ci appaiono all’improvviso nel folto del bosco, riportandoci indietro nel tempo, a quando questo selvaggio angolo della valle delle Tagliole era abitato stabilmente.
Percorrendo il nuovissimo SENTIERO DEI BRIGANTI andremo alla scoperta di uno dei più grandi borghi fantasma del nostro Appennino.
DIFFICOLTÀ TECNICA: E (escursionistica) – nessuna particolare difficoltà; i sentieri CAI della zona presentano alcuni tratti di salita e discesa ripide, ma non difficili dal punto di vista tecnico. Non sono presenti tratti esposti.
DIFFICOLTÀ FISICA: in totale circa 13 km con 700 m di dislivello in salita.
NATURA DELLE DIFFICOLTÀ: nel complesso è una escursione che richiede una accettabile condizione psico fisica, adatta a principianti purché in possesso di buone calzature da escursionismo e mediamente abituati all’attività fisica.
ATTREZZATURA OBBLIGATORIA: scarponcini da trekking, zaino; utili i bastoncini da trekking.
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti anche principianti, ma ben attrezzati. Adatta a bambini dai 12-13 anni, abituati a camminare. E’ possibile partecipare con il proprio amico a 4 zampe.
A chi SCONSIGLIAMO questa escursione: escursionisti privi di scarpe e abbigliamento tecnico.
PREZZO A PERSONA: 15 € adulto, 7 euro minore di 16 anni, al raggiungimento minimo di 6 partecipanti.
REGOLAMENTO di escursione con INTEGRAZIONI al regolamento per il contenimento del contagio di COVID-19 (da leggere e, al momento del ritrovo con la Guida, firmare per accettazione).
Come ci regoliamo con il METEO?
La vostra GUIDA AMBIENTALE ESCURSIONISTICA di oggi: Davide
Ritrovo: ore 9.00 Pievepelago
Ulteriori informazioni e iscrizioni: Davide – 3711842531
(Domenica) 9:00
Pievepelago
Piazza Vittorio Veneto
Davide Pagliai +39 371 1842531