LA NONNA RACCONTA…TROVAR MARITO A SAN GIOVANNI (24 giugno) Capugnano adesso è un piccolo borgo vicino a Porretta Terme (ora Alto Reno Terme), ma un tempo era un paese grande e popolato; a Capugnano viveva nonna Iolanda e i suoi racconti mi hanno tenuto compagnia quando ero piccolo. Nonna Iolanda mi raccontava che, ai suoi tempi, per una ragazza in età da marito era importantissimo trovare un buon marito perché dalla scelta sarebbe dipesa tutta la sua vita. Non molto diverso da ora, direi, ma considerate che ai tempi le possibilità non erano quelle di oggi quindi la scelta doveva essere ponderata e molto molto importate. Per far sì che la scelta fosse la migliore possibile era necessario intravedere nei vari segni della natura importanti presagi. Ad esempio, in primavera il canto del cuculo è premonitore di quanti anni separano la ragazza dal matrimonio: opportunamente interrogato, e contati il numero dei “cucù” questi indicavano il numero di anni che bisognava ancora aspettare. Ma era soprattutto la notte di San Giovanni (24 giugno) ad essere importante:notte di prodigi con molteplici tradizioni legate a questa data, in modo particolare legate alla rugiada (la guàza). La rugiada di San Giovanna era ritenuta benefica per guarire da ogni male, in particolare per reumatismi e artriti. Per guarire bastava farsi bagnare dalla rugiada, anche se alcune versioni riferiscono che per guarire bisogna camminare a ritroso scalzi nell’ erba bagnata dalla guàza. Ma torniamo alle ragazze da marito e ai presagi importanti che possono trarre da questa notte. La notte della vigilia di San Giovanni, bisogna mettere in un litro d’acqua l’albume di un uovo, metterlo alla guàza e alla mattina successiva bisogna andarlo a prendere prima che si alzi il sole. Nell’ albume sarà possibile vedere il mestiere che farà il futuro marito. Quindi attraverso una misteriosa figura che dovrebbe vedersi nell’albume, con il contributo non secondario delle virtù miracolose della rugiada, si potrà determinare lo stato di maggiore o minore benessere degli sposi. Anche perché, nonna Iolanda ci teneva a ricordarlo spesso, la ragazza che andrà in sposa ad un montanaro sarà disgraziata e piangerà finché vive. La ragazza che invece sposa un contadino sarà fortunata; questo semplicemente perché sposando un montanaro bisognerà vivere con la scarsità e la limitatezza dei prodotti delle montagne, se non solo di castagne. Sposando un contadino, le cui terre si presume siano situate in luoghi meno aspri, si potrà godere di una vita, se non agiata, almeno non fatta di sole castagne ma anche di cereali e in alcuni casi anche di vigna. Fabrizio Borgognoni Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti Visita il nostro sito per scoprire le nostre escursioni.
Le escursioni ai tempi del coronavirus Un Giorno di moltissimo tempo fa una pastorella risaliva con il suo gregge, cantando canzoni d’amore, il Rio delle Tagliole . Giunta ormai in vista del Monte Giovo vide su di un prato un giovane e bel pastore che ricambiava i suoi sguardi.Ma i tempi non erano quelli moderni; un po’ per timidezza, un po’ perchè era sconveniente avvicinare uno sconosciuto, o vuoi perchè era ormai sera e gli armenti andavano ricoverati, i due ragazzi dovettero far ritorno ai rispettivi ovili.Da quel giorno però La ragazza pensava al pastorello e fantasticava su quello che sarebbe potuto accadere al loro prossimo incontro.Giunse il Natale e la ragazza, vestita con gli abiti della festa si avventurò sola soletta su per la valle, alla ricerca del ragazzo.Giunse sulle sponde del lago ghiacciato ed eccolo! Era là che la aspettava, pareva da sempre, e la osservava dalla sponda opposta.Contemporaneamente si corsero incontro sul lago ghiacciato, fino a stringersi per un singolo lunghissimo e brevissimo istante;Con un terribile boato il ghiaccio crepò sotto i loro piedi e i due amanti, felici e increduli, rendendosi conto che quello sarebbe stato il primo e l’unico infinito abbraccio sprofondarono stretti nelle buie, gelide e profonde acque del lago. Rimase solo un rosso fazzoletto a galleggiare, testimonianza di ciò che era successo.Ora si dice che, navigando sul lago, quando si raggiunge il punto esatto dove i due amanti sprofondarono una voce salga dalle profondità: “Non violate o uomini queste acque, rese sacre e rese sante dal nostro amore e dal nostro sacrificio”.Da allora nessuno, nemmeno i pastori che qui giungono esausti hanno il coraggio di immergersi in queste acque. Alessandro Cappellini Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti Questo articolo fa parte del ciclo di storie “Le escursioni ai tempi del coronavirus”: una raccolta di aneddoti, racconti e nozioni naturalistiche online a cura delle Guide Escursionistiche de La via dei monti, per tenervi compagnia in questo momento di digiuno dalle escursioni. Leggerli sarà come partecipare ad una camminata virtuale con le nostre guide, pur restando a casa, in attesa di ritrovarci presto per sentieri.
Le escursioni ai tempi del coronavirus Sullo stemma comunale di Alto Reno Terme (Porretta Terme) campeggia un bel bue, debitamente immortalato quale emblema della cittadina appenninica perchè collegato direttamente, secondo la tradizione, alla scoperta delle acque termominerali salsobromoiodiche e sulfuree, molto efficaci per la cura di diversi malanni. Anticamente, le poche case che componevano l’abitato di Porretta non erano certo allietate dal benessere. Le sorgenti benefiche già esistevano, naturalmente, ma nessuno conosceva le loro proprietà curative e i valligiani conducevano una misera esistenza coltivando ortaggi e accontentandosi di nutrirsi di castagne declinate in tutte le varianti. Racconta la leggenda che ad un contadino che viveva a Porretta si ammalò un bue in modo molto grave, così grave che la povera bestia non riusciva a reggersi sulle zampe, si vedevano tutte le ossa, la pelle era chiazzata di pustole e sembrava avesse tutti i malanni: fegato corroso, polmoni malandati, occhi purulenti. Un animale davvero spacciato, inutile anche dopo morto. Sarebbe stato pietoso ucciderlo, ma il contadino non se la sentiva; in fondo voleva bene a quel bue che l’aveva per anni aiutato a coltivare il misero campo che aveva. Così prese la decisione di liberarlo e di lasciarlo andare a morire dove voleva: lo liberò e vide la sagoma dell’animale allontanarsi verso un boschetto, convinto che mai avrebbe rivisto il suo bue. Era un bue che non si era mai allontanato dalla sua stalla e quindi si mantenne nei paraggi, girovagando senza meta, brucando l’erba sulle rive del Rio Maggiore; fino a quando, assetato per la febbre e la stanchezza, s’avvicinò ad una sorgente. Accostò il muso all’acqua e ne bevve parecchie sorsate, apprezzando la freschezza e la forza che ogni sorsata gli trasmetteva. Era un’acqua veramente buona, decise quindi di rimanere lì vicino, anche perchè nei pressi c’erano altre sorgenti altrettanto buone e fortificanti. In pochi giorni, per effetto dei poteri salutari che queste acque avevano, incominciò ad ingrassare, scomparvero le piaghe e gli occhi ritornarono lustri e vivaci. Un bel giorno, decise di ritornare alla sua vecchia stalla di cui aveva nostalgia; quando il padrone lo vide stentò a riconoscerlo e non sapendosi spiegare il mutamento dell’animale, decise di seguirlo per scoprire il segreto. Viste le sorgenti alle quali il bue si abbeverava, volle anche lui assaggiare l’acqua e comprese. Da quel giorno le sorgenti incominciarono ad essere frequentate dagli abitanti della zona e da quelle vicine; la fama si sparse anche in Toscana e i fruitori delle acque aumentarono; nacquero le terme e i porrettani si coccolarono il loro bue risanato come se fosse un eroe mitico, adottandone l’effige quale simbolo della città. Fabrizio Borgognoni Guida Ambientale Escursionistica “La via dei monti” Questo articolo fa parte del ciclo di storie “Le escursioni ai tempi del coronavirus”: una raccolta di aneddoti, racconti e nozioni naturalistiche online a cura delle Guide Escursionistiche de La via dei monti, per tenervi compagnia in questo momento di digiuno dalle escursioni. Leggerli sarà come partecipare ad una camminata virtuale con le nostre guide, pur restando a casa, in attesa di ritrovarci presto per sentieri.
Avete mai visitato cinque diverse cascate in un unico giorno? Se l’idea vi stuzzica…seguiteci domenica 8 Luglio e in altre tre date lungo i sentieri del Valdarno. Non siamo in Toscana, ma a Sant’Annapelago, nell’alto Appennino modenese, dove una piccola valle glaciale, tributaria del torrente Perticara, prende il nome di Valdarno.
Weekend alla scoperta dell’acqua, quello alle porte, nei boschi dell’alto Appennino. Sono in programma due escursioni dedicate all’ambiente fluviale montano. Domenica 20 agosto il gruppo trekking ‘La via dei monti’ propone un’escursione ad anello nei boschi di S.Annapelago (comune di Pievepelago), durante il quale saranno toccate cinque cascate lungo un solo torrente, il rio Valdarno, in uno degli angolo più selvaggi e meno conosciuti del Parco del Frignano (ritrovo ore 9, chiesa di Pievepelago, 3711842531). Sabato 19 agosto è in calendario invece l’appuntamento con il trekking fluviale o river trekking: una camminata con i piedi nell’acqua, risalendo il fiume Scoltenna da Pievepelago a Fiumalbo (ritrovo ore 9.30 chiesa di Pievepelago, 3711842531). Venerdì 18 agosto, invece, è in programma un’escursione musicale a Capanno Tassoni di Fanano. La camminata lunga circa 7 km, sotto i crinali di Fanano, sarà allietata dalla musica della chitarra di Enrica Savigni, che accompagnerà il gruppo con la sua musica itinerante. L’iniziativa fa parte della rassegna ‘Sulle note del Cimone’, organizzata in collaborazione con ‘Cimone Holidays’ (ritrovo ore 14,30 centro visita Due Ponti a Fanano, 3384617573). Venerdì 18 agosto è inoltre in programma un suggestivo trekking al tramonto nei dintorni del lago Santo modenese. Si parte camminando al tramonto raggiungendo il passo della Boccaia. A seguire cena al sacco sotto le stelle, e ritorno al buio solo con la luce delle torce. Il ritrovo è alle ore 19 davanti alla chiesa di Pievepelago (3711842531). In agosto sono in programma due escursioni al giorno dal Cimone ad Abetone, sempre accompagnate da guide ambientali escursionistiche. Programma completo e dettagli: 3711842531, info@laviadeimonti.com, www.laviadeimonti.com, pagina e gruppo Facebook ‘La via dei monti’.
Domenica 13 Novembre 2022 – ore 9.30 Levanto...
Sabato 15 Ottobre 2022 – ore 9.15 Passo delle...
Domenica 2 Ottobre – ore 9.00 Magrignana ...