“Una piccola frazione sospesa nel tempo abbarbicata sull’Appennino tosco-emiliano, a 1525 metri di quota. Uno dei passi e dei borghi abitati più alti dell’Appennino, sorto nel medioevo su antiche strade di pellegrinaggio, e dove oggi vivono due famiglie – undici persone appena, compresi due bambini – e si trovano due alberghi e ristoranti, due bar, due negozi di prodotti del sottobosco, una tavernetta, un meraviglioso santuario e un museo della civiltà contadina.
C’ERA UNA VOLTA A GAGGIO, IL CAPODANNO…OVVERO COME FARE PER AVERE FORTUNA E POSPERITA’ PER TUTTO L’ ANNO A Gaggio Montano, ma come in tutti gli altri paesi della montagna, molti riti e superstizioni si ritrovano in quella tradizione contadina legata al ritmo delle stagioni. Quindi, anche le festività, o meglio i riti legati alle festività potevano indicare come sarebbe stato l’anno. Il Capodanno può essere senz’altro una data importante e molte sono le tradizioni, gli usi che si compiono per salutare l’anno vecchio e festeggiare l’anno nuovo. In molte parti d’ Italia è usanza gettare oggetti vecchi ed inservibili; a Gaggio Montano c’era fino agli anni 50 del secolo scorso l’usanza con presagi matrimoniali per le giovani donne in cerca di marito di gettare fuori di casa il primo dell’anno una ciabatta: se rimane con la punta verso chi la tira, anche per l’anno nuovo non si troverà marito; se invece la punta resterà all’ opposto la giovane troverà marito. E’ una scelta precisa l’oggetto da tirare fuori di casa: la ciabatta, la calzatura per eccellenza di chi sta molto in casa e si dedica alle faccende domestiche, per cui è la calzatura tipica di una ragazza in età da marito. Ma sono soprattutto gli incontri che faremo il primo giorno dell’anno a determinare la fortuna o la disgrazia che ci accompagneranno per i restanti giorni. Uno dei convincimenti più diffusi è certamente quello che incontrare una donna il primo di gennaio porti sfortuna, tanto più se è lei per prima ad augurare buon anno. Sempre a Gaggio Montano troviamo un’usanza fino alla metà del secolo scorso molto rispettata, ovvero proibire ad una donna di recarsi il primo dell’anno da chicchessia per augurare il buon anno. Infatti se una donna verrà in casa il primo dell’anno le disgrazie ci accompagneranno per tutto l’anno. Allo stesso modo, anzi peggio, non bisognerebbe incontrare un sacerdote o il becchino del paese: entro l’anno sarà morte certa. Ma quindi chi bisogna incontrare il primo dell’anno per avere 365 giorni fortunati e senza disgrazie? Un uomo, o meglio ancora un uomo gobbo, perché porterà denaro e raccolto abbondante; ma non una donna gobba perché, trattandosi di donna, porterà solo disgrazie. Scopri il nostro calendario di escursioni in Appennino Fabrizio Borgognoni Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti
PALOMBARI FOSSILI A poca distanza dal passo delle Radici, lungo la dorsale che dal crinale principale scende verso nord a dividere le valli dello Scoltenna (bacino Panaro) da quella del Dragone (bacino Secchia), si staglia una piccola vetta dall’aspetto caratteristico: un’isola di roccia lavica, in un mare di montagne fatte di rocce sedimentarie. E’ il SASSO TIGNOSO. La sua quota relativamente bassa (1492 m s.l.m…facile facile da ricordare) è compensata dalla sua posizione isolata, per cui dalla vetta è possibile godere di un vasto panorama a 360° dal crinale appenninico alle Alpi, dal Cimone al Cusna, dall’Abetone alla Pietra di Bismantova. Ai suoi piedi, fra faggete e pascoli, scorre uno dei tratti più belli dell’antica via Vandelli, strada transappenninica voluta da Francesco III d’Este, Duca di Modena, e realizzata dall’eclettico abate Domenico Vandelli. La vetta si può raggiungere in breve tempo dalla Vandelli per la via diretta, più impegnativa perché in parte su ripidi canalini con fondo detritico e rivolta sul versante meridionale, molto caldo in estate, oppure per il versante nord (sentiero CAI 565), dove la salita si presenta più graduale e soprattutto può essere effettuata sotto l’ombra della faggeta. Il nome Tignoso è dovuto all’aspetto particolare del rilievo, a causa della natura delle rocce che lo compongono: il loro colore scuro che facilita il surriscaldamento in estate, il chimismo ultrabasico e la difficoltà alla formazione di un suolo strutturato, rendono difficile l’attecchire della vegetazione. 200 milioni di anni fa un piccolo bacino oceanico, l’oceano Ligure-Piemontese, separava la placca africana da quella europea. L’apertura dell’Oceano Atlantico alle spalle della placca africana e il suo conseguente avvicinamento a quella europea hanno portato alla chiusura dell’oceano Ligure-Piemontese e alla nascita delle Alpi prima e dell’Appennino poi. Il Sasso Tignoso non è altro che un frammento di quell’antico pavimento oceanico…l’escursionista che cammina sulla sua vetta è come un palombaro…fossile. Davide Pagliai Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti
TUTTE LE STRADE PASSANO DA BOMBIANA (almeno nel Medioevo) Bombiana è una frazione del comune di Gaggio Montano e dista circa 6 km dal capoluogo. La zona oggi è quasi appartata rispetto alle località vicine e neanche tanto popolosa, ma non era così nel Medioevo: l’area bombianese era un vero crocevia, sia stradale che politico visto che era posta al confine tra le zone del Bolognese, Modenese e Pistoiese. A Bombiana si incrociavano due strade transappenniniche di grande importanza; le due strade avevano a dire il vero origine romana, ma rimasero aperte anche nel Medioevo tanto che vennero addirittura servite da numerosi ospitali per i pellegrini. La via importante che attraversava Bombiana era la Via del Reno che univa Nonantola a Monteveglio e a Pistoia, ma che aveva due diramazioni da Modena e da Bologna, entrambe toccando Bombiana ma poi allontanandosi, dirigendosi la prima verso la Val Limentra e il passo della Collina e la seconda, invece, verso Gaggio Montano, Fanano e il Passo della Croce Arcana. Molte personalità del tempo avevano interessi sulla zona di Bombiana: la contessa Matilde di Canossa, la Santa Sede, il monastero toscano di San Salvatore della Fontana Taona e anche l’ Abbazia di Santa Lucia di Roffeno. Svolgendo importanti funzioni sociali quali ospitalità ai pellegrini, manutenzione delle strade e ponti, queste fondazioni religiose ricevevano cospicue donazioni di terreni sia da persone potenti che da semplici abitanti che da viaggiatori: in questo modo monasteri ed abbazie controllavano il territorio e ne influenzavano l’ economia. Importanti erano anche gli ospitali presenti sul territorio: l’ospitale di San Biagio poteva essere sorto per opera dell’ Abbazia di Santa Lucia di Roffeno per controllare meglio la Via Cassiola (Piccola Cassia) e per bilanciare l’ influenza nella zona del monastero di San Salvatore della Fontana Taona e dell’ ospitale di San Bartolomeo del Pratum Episcopi (Spedaletto). L’ospitale di San Biagio già nel XVI secolo era in rovina e l’ altro ospitale bombianese di San Michele Arcangelo era scomparso senza lasciare tracce visibili nel Cinquecento. A parte l’importanza delle strade transappenniniche, Bombiana fu importante anche per la costruzione, da parte del Comune Bolognese, della fortezza di Castel Leone sulla cima di Monte Castello. Fu probabilmente costruita intorno al 1230 a dominio della valle del Reno e del Dardagna e doveva essere d’aiuto alla fortezza costruita su Monte Belvedere che difendeva la Valle del Dardagna. In queste due fortezze furono trasferiti forzatamente abitanti dei paesi vicini: a Castel Leone arrivarono abitanti di Rocca Pitigliana e Gaggio Montano, al Belvedere quelli di Vidiciatico, Grecchia e Gabba. La fortezza di Castel Leone aveva una chiesa dedicata a San Giacomo e contava ben 86 capifamiglia residenti. All’ interno del castello c’era una casa dove risiedeva il podestà, podesteria attiva fino al 1288; alla fine del secolo venne però trasferita a Rocca Pitigliana e Castel Leone scomparve definitivamente. In effetti, terminata la politica espansionistica di Bologna verso Modena e con la città sconvolta dalla carestia, non aveva più senso mantenere uomini, guardie ed armi, e un podestà con la sua famiglia, i funzionari, i servitori in uno sperduto castello montano. Scopri tutte le nostre escursioni sul sito www.laviadeimonti.com Fabrizio Borgognoni Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti
ALLA LOCANDA DEL PAESE Ogni paese, grande o piccolo che sia, sul cucuzzolo della montagna o a ridosso degli Appennini ha una locanda. Gaggio Montano e le sue frazioni non fanno eccezione; e per raccontare la storia delle locande di paese bisogna partire da molto lontano. Se torniamo indietro nel tempo, Medioevo o giù di li, il nostro Appennino era percorso principalmente da viandanti, persone che si spostavano in cerca di lavoro o pellegrini che percorrevano un cammino di devozione. Antesignani delle locande erano quindi gli ospitali, utilizzati da tutti i viandanti per sostare; a Bombiana esisteva l’ ospitale di San Michele, posto in un crocevia importante di strade (ma di questo parleremo nell’ escursione del 8 agosto). Se facciamo un salto avanti nel tempo e arriviamo alla fine dell’ Ottocento, il nostro Appennino non sarà più percorso da viandanti e pellegrini ma verrà scoperto dalle persone in “villeggiatura”: i Bagni della Porretta diventano una meta irrinunciabile per chi vuole rigenerare corpo e mente dalle fatiche quotidiane. Quindi anche le strutture ricettive (locande, pensioni, osterie) si adeguano alle esigenze del viaggiatore moderno e assumono l’aspetto che conosciamo diventando veri e propri luoghi di aggregazione. A Gaggio Montano, questo luogo di aggregazione fu per molto tempo la trattoria-locanda Margelli, aiutata dal fatto che fino agli anni Sessanta del secolo scorso era accanto agli uffici comunali. L’azdora si chiamava Amelia: i miei nonni me la descrivevano come una signora piccolina, con occhiali dalle spesse lenti, che trascorreva l’ intera giornata nella cura dell’ “esercizio”. Davanti ad un largo fornello, l’ azdora alternava tegami e pentole, mescolando, scodellando le saporite ricette. La cucina divideva lo spazio con la sala da pranzo, uno stanzone unico nel cui centro troneggiava una stufa di terracotta a quattro ripiani, marca “Becchi” che riscaldava l’ambiente. A parte i tavoli, l’altro elemento d’ arredo era un cassettone antico, a sinistra dell’ entrata, contenente tutto il necessario per apparecchiare i tavoli. La locanda dell’ Amelia lavorava tutto l’ anno: d’ estate con le feste paesane, in autunno e primavera grazie ai capofamiglia che si recavano in Comune per le varie denunce stagionali e in inverno, nei lunghi pomeriggi quando la natura imponeva di fermarsi per le abbondanti nevicate, combriccole di paesani si trovavano alla trattoria per partite a carte, per bere qualche bicchiere e per lunghe chiacchierate. Ad allietare questi pomeriggi, così almeno raccontava nonno Antonio, c’erano Alfonsino , esperto di fisarmonica, e Cirillo, con il violino. Due curiosità per finire: da Amelia non si andava solo per chiacchiere e bevute, ma anche per necessità: era in trattoria, infatti, l’ unico telefono pubblico del paese e della campagna a cui si ricorreva per comunicare notizie importanti. E poi, Amelia non permetteva a nessuno di toccare la caffettiera. Il suo caffè, per aroma e sapore, era una vera celebrità tra i gaggesi. Il caffè, parola di Amelia, per essere buono davvero deve formarsi nella sua stessa incrostazione; guai a “sgurare” troppo la napoletana! Fabrizio Borgognoni Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti Visita il nostro sito per scoprire le nostre escursioni.
LA NONNA RACCONTA…TROVAR MARITO A SAN GIOVANNI (24 giugno) Capugnano adesso è un piccolo borgo vicino a Porretta Terme (ora Alto Reno Terme), ma un tempo era un paese grande e popolato; a Capugnano viveva nonna Iolanda e i suoi racconti mi hanno tenuto compagnia quando ero piccolo. Nonna Iolanda mi raccontava che, ai suoi tempi, per una ragazza in età da marito era importantissimo trovare un buon marito perché dalla scelta sarebbe dipesa tutta la sua vita. Non molto diverso da ora, direi, ma considerate che ai tempi le possibilità non erano quelle di oggi quindi la scelta doveva essere ponderata e molto molto importate. Per far sì che la scelta fosse la migliore possibile era necessario intravedere nei vari segni della natura importanti presagi. Ad esempio, in primavera il canto del cuculo è premonitore di quanti anni separano la ragazza dal matrimonio: opportunamente interrogato, e contati il numero dei “cucù” questi indicavano il numero di anni che bisognava ancora aspettare. Ma era soprattutto la notte di San Giovanni (24 giugno) ad essere importante:notte di prodigi con molteplici tradizioni legate a questa data, in modo particolare legate alla rugiada (la guàza). La rugiada di San Giovanna era ritenuta benefica per guarire da ogni male, in particolare per reumatismi e artriti. Per guarire bastava farsi bagnare dalla rugiada, anche se alcune versioni riferiscono che per guarire bisogna camminare a ritroso scalzi nell’ erba bagnata dalla guàza. Ma torniamo alle ragazze da marito e ai presagi importanti che possono trarre da questa notte. La notte della vigilia di San Giovanni, bisogna mettere in un litro d’acqua l’albume di un uovo, metterlo alla guàza e alla mattina successiva bisogna andarlo a prendere prima che si alzi il sole. Nell’ albume sarà possibile vedere il mestiere che farà il futuro marito. Quindi attraverso una misteriosa figura che dovrebbe vedersi nell’albume, con il contributo non secondario delle virtù miracolose della rugiada, si potrà determinare lo stato di maggiore o minore benessere degli sposi. Anche perché, nonna Iolanda ci teneva a ricordarlo spesso, la ragazza che andrà in sposa ad un montanaro sarà disgraziata e piangerà finché vive. La ragazza che invece sposa un contadino sarà fortunata; questo semplicemente perché sposando un montanaro bisognerà vivere con la scarsità e la limitatezza dei prodotti delle montagne, se non solo di castagne. Sposando un contadino, le cui terre si presume siano situate in luoghi meno aspri, si potrà godere di una vita, se non agiata, almeno non fatta di sole castagne ma anche di cereali e in alcuni casi anche di vigna. Fabrizio Borgognoni Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti Visita il nostro sito per scoprire le nostre escursioni.
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TUTTE LE STRADE PASSANO DA BOMBIANA (almeno nel...
gennaio, 2021
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Notizie dagli abissi: sono quelle che, dopo milioni di anni, ci portano le rocce d'Appennino dopo il lungo viaggio che dal fondale di antichi oceani le ha portate sulle cime [...]
Notizie dagli abissi: sono quelle che, dopo milioni di anni, ci portano le rocce d’Appennino dopo il lungo viaggio che dal fondale di antichi oceani le ha portate sulle cime dei monti. Facile ciaspolata a tema geologico per scoprire come è nato il nostro Appennino.
Per iscrizioni e maggiori info: Davide +39 371 1842531
Ritrovo ore 9.00 Pievepelago.
Difficoltà: Escursionistica in ambiente innevato, livello medio (Eai)
Natura delle difficoltà
difficoltà fisiche: percorso di media lunghezza con saliscendi. Difficoltà tecniche: nessuna. Adatto a chi abbia un minimo di abitudine al movimento, anche senza allenamento specifico.
Durata (comprese soste): circa 3 -4 h
Note attrezzatura minima: ciaspole e bastoni, calzature da trekking, acqua, occhiali da sole, giacca antivento, abbigliamento invernale, suggerito zainetto 20-30 lt, spuntino al sacco a carico dei partecipanti.
Per chi è sprovvisto di ciaspole e bastoni, l’attrezzatura può essere reperita da La via dei monti tramite noleggi locali. Penseremo noi a reperire il materiale al mattino e a riconsegnarlo al termine dell’escursione.
Costi: 20 euro adulto, 14 euro minore 16 anni, compresa fornitura ciaspole e bastoni.
Regolamento di partecipazione.
Cosa fare in caso di maltempo.
Chi sarà la vostra guida: Davide
L’escursione si svolgerà su itinerario di facile percorrenza, privo di difficoltà di tipo alpinistico. L’itinerario potrebbe subire variazioni dovute a condizioni di neve non idonea o ghiacciata.
(Sabato) 9:00 GMT +1
Roccapelago
piazza della rocca
Davide Pagliai +39 371 1842531
Facile escursione notturna con le ciaspole per assaporare la magia del bosco invernale di notte. Camminando con le ciaspole nel bosco imbiancato di neve scopriremo la bellezza di trovarci avvolti dal [...]
Facile escursione notturna con le ciaspole per assaporare la magia del bosco invernale di notte.
Camminando con le ciaspole nel bosco imbiancato di neve scopriremo la bellezza di trovarci avvolti dal buio sotto un cielo limpido e stellato.
Per iscrizioni e maggiori info: Davide 3711842531
Ritrovo ore 16.30 Fiumalbo.
Difficoltà: Escursionistica in ambiente innevato, livello medio (Eai)
Natura delle difficoltà
difficoltà fisiche: percorso di media lunghezza con saliscendi. Difficoltà tecniche: nessuna.
Durata (comprese soste): circa 3 h
Note attrezzatura minima: ciaspole e bastoni, calzature da trekking, acqua, giacca antivento, abbigliamento invernale, suggerito zainetto 20-30 lt, torcia elettrica frontale.
Per chi è sprovvisto di ciaspole e bastoni, l’attrezzatura può essere reperita da La via dei monti tramite noleggi locali. Penseremo noi a reperire il materiale prima dell’escursione e a riconsegnarlo al termine.
Costi: 20 euro adulto, 14 euro minore 16 anni compresa fornitura di ciaspole e bastoni.
Regolamento di partecipazione.
Cosa fare in caso di maltempo.
Chi sarà la vostra guida: Davide
L’escursione si svolgerà su itinerario di facile percorrenza, privo di difficoltà di tipo alpinistico. L’itinerario potrebbe subire variazioni dovute a condizioni di neve non idonea o ghiacciata.
(Sabato) 16:45 GMT +1
Fiumalbo
Via Alberto Capitano Coppi
Davide Pagliai +39 371 1842531
Ritornano le nostre Viottole Diaboliche in veste invernale! Sulle tracce degli antichi Capitani della Montagna, un percorso tra Riola e Porretta, lungo ma affascinante per scoprire chi erano i Capitani e [...]
Ritornano le nostre Viottole Diaboliche in veste invernale!
Sulle tracce degli antichi Capitani della Montagna, un percorso tra Riola e Porretta, lungo ma affascinante per scoprire chi erano i Capitani e raccontare come le montagne, nel Milleduecento o giù di li, fossero piene di banditi. E tu ti senti più bandito o più Capitano?
DIFFICOLTA’ TECNICA: E
DIFFICOLTA’ FISICA: KM 22 (solo andata, il ritorno da Porretta a Riola avverrà in treno. Biglietto da fare in loco)- 900 mt dislivello positivo-si tratta di un’escursione con dislivello importante e lunga percorrenza.
Durata indicativa ore 7
A chi CONSIGLIAMO questa escursione: Escursionisti allenati, abituati alle lunghe percorrenze e alla fatica, con ottima condizione psico-fisica.
A chi SCONSIGLIAMO questa escursione: Persone che non fanno attività fisica, principianti.
Attrezzatura minima: Scarponi da trekking alti (NO SCARPE DA GINNASTICA) impermeabili ed in buone condizioni, zaino (consigliato 20-30 l; NO borse a spalla), abbigliamento da trekking invernale, giacca protettiva antivento ed antipioggia, occhiali da sole, crema solare, guanti e berretto.
Pranzo al sacco a cura dei partecipanti. Adeguata scorta d’acqua.
Ritrovo ore 9.00 Riola (raggiungibile con il treno- orari consultabili su sito Ferrovie dello Stato)
Costo : euro 20,00 a persona (biglietto treno ritorno escluso).
E per il meteo? Come ci regoliamo con il meteo ?
Chi sarà la vostra Guida Ambientale Escursionistica di oggi: Fabrizio
Per iscrizioni e maggiori informazioni: Fabrizio 351/6349935
La Guida si riserva di modificare o rimandare l’ escursione causa maltempo o per la sicurezza del gruppo
(Domenica) 9:00 - 14:00
Percorso affascinante che ci porterà alla scoperta del sentiero delle cascate di Sant'Anna in una inedita versione invernale. Per iscrizioni e maggiori info: Davide +39 371 1842531 Ritrovo ore 9.00 Pievepelago. Difficoltà: Escursionistica [...]
Percorso affascinante che ci porterà alla scoperta del sentiero delle cascate di Sant’Anna in una inedita versione invernale.
Per iscrizioni e maggiori info: Davide +39 371 1842531
Ritrovo ore 9.00 Pievepelago.
Difficoltà: Escursionistica in ambiente innevato, livello medio (Eai)
Natura delle difficoltà
difficoltà fisiche: percorso di media lunghezza, alcuni tratti di salita ripida. Difficoltà tecniche: nessuna.
Durata (comprese soste): circa 3 – 4 h
Note attrezzatura minima: ciaspole e bastoni, calzature da trekking, acqua, occhiali da sole, giacca antivento, abbigliamento invernale, suggerito zainetto 20-30 lt, spuntino al sacco a carico dei partecipanti.
Per chi è sprovvisto di ciaspole e bastoni, l’attrezzatura può essere reperita da La via dei monti tramite noleggi locali. Penseremo noi a reperire il materiale al mattino e a riconsegnarlo al termine dell’escursione.
Costi: 20 euro adulto, 14 euro minore 16 anni, compresa fornitura di ciaspole e bastoni
Regolamento di partecipazione.
Cosa fare in caso di maltempo.
Chi sarà la vostra guida: Davide
L’escursione si svolgerà su itinerario di facile percorrenza, privo di difficoltà di tipo alpinistico. L’itinerario potrebbe subire variazioni dovute a condizioni di neve non idonea o ghiacciata.
L’escursione si svolgerà su itinerario di facile percorrenza, privo di difficoltà di tipo alpinistico. L’itinerario potrebbe subire variazioni dovute a condizioni di neve non idonea o ghiacciata.
(Domenica) 9:00 - 14:00
Percorso inedito che ci porterà alla scoperta dell'affascinante borgo fantasma di Casa Paretto, uno dei più grandi del nostro Appennino, che potremo ammirare coperto di neve, con una prospettiva ancora [...]
Percorso inedito che ci porterà alla scoperta dell’affascinante borgo fantasma di Casa Paretto, uno dei più grandi del nostro Appennino, che potremo ammirare coperto di neve, con una prospettiva ancora più suggestiva.
Per iscrizioni e maggiori info: Davide +39 371 1842531
Ritrovo ore 9.00 Pievepelago.
Difficoltà: Escursionistica in ambiente innevato, livello medio (Eai)
Natura delle difficoltà
difficoltà fisiche: percorso di media lunghezza, alcuni tratti di salita ripida. Difficoltà tecniche: nessuna.
Durata (comprese soste): circa 3 – 4 h
Note attrezzatura minima: ciaspole e bastoni, calzature da trekking, acqua, occhiali da sole, giacca antivento, abbigliamento invernale, suggerito zainetto 20-30 lt, spuntino al sacco a carico dei partecipanti.
Per chi è sprovvisto di ciaspole e bastoni, l’attrezzatura può essere reperita da La via dei monti tramite noleggi locali. Penseremo noi a reperire il materiale al mattino e a riconsegnarlo al termine dell’escursione.
Costi: 20 euro adulto, 14 euro minore 16 anni, compresa fornitura di ciaspole e bastoni
Regolamento di partecipazione.
Cosa fare in caso di maltempo.
Chi sarà la vostra guida: Davide
L’escursione si svolgerà su itinerario di facile percorrenza, privo di difficoltà di tipo alpinistico. L’itinerario potrebbe subire variazioni dovute a condizioni di neve non idonea o ghiacciata.
L’escursione si svolgerà su itinerario di facile percorrenza, privo di difficoltà di tipo alpinistico. L’itinerario potrebbe subire variazioni dovute a condizioni di neve non idonea o ghiacciata.
(Sabato) 9:00 - 14:00
Partendo da Montecreto, caratteristico paesino ai piedi del Cimone proponiamo questa facile ciaspolata. Cammineremo immersi nella natura dalle pendici del Monte Cervarola salendo per il versante opposto al paese, [...]
Partendo da Montecreto, caratteristico paesino ai piedi del Cimone proponiamo questa facile ciaspolata.
Cammineremo immersi nella natura dalle pendici del Monte Cervarola salendo per il versante opposto al paese, ammirando i suggestivi scorci panoramici sul paese, fino a giungere al bellissimo punto panoramico del Pino solitario.
Se saremo fortunati potremo anche scorgere l’aquila, che qui vicino nidifica, durante le scenografiche parate nuziali.
Per iscrizioni e maggiori info: Davide 3711842531
Ritrovo 0re 9.00 Montecreto, piazzale della seggiovia
Difficoltà: Escursionistica in ambiente innevato, livello medio (Eai)
Natura delle difficoltà
difficoltà fisiche: nessuna. Difficoltà tecniche: nessuna.
Durata (comprese soste): circa 3-4h.
Note attrezzatura minima: ciaspole e bastoni, calzature da trekking, acqua, giacca antivento, abbigliamento invernale, suggerito zainetto 20 lt.
Per chi è sprovvisto di ciaspole e bastoni, l’attrezzatura può essere reperita da La via dei monti tramite noleggi locali. Penseremo noi a reperire il materiale e a riconsegnarlo al termine dell’escursione.
Costi: 20 euro a persona, compresa fornitura ciaspole, 14 euro minore di 16 anni.
Regolamento di partecipazione.
Cosa fare in caso di maltempo.
Chi sarà la vostra guida: Davide
L’escursione si svolgerà su itinerario di facile percorrenza, privo di difficoltà di tipo alpinistico. L’itinerario potrebbe subire variazioni dovute a condizioni di neve non idonea o ghiacciata.
(Domenica) 9:00 - 15:00
L’angolo più affascinante di tutto l’ Appennino: partiamo da uno dei Santuari più importanti, attraverseremo un bosco di faggi avvolto nel silenzio dell’ inverno per poi arrivare a sentire il [...]
L’angolo più affascinante di tutto l’ Appennino: partiamo da uno dei Santuari più importanti, attraverseremo un bosco di faggi avvolto nel silenzio dell’ inverno per poi arrivare a sentire il rumore dell’acqua in un ambiente scenografico naturale: le cascate del Dardagna.
DIFFICOLTA’ TECNICA: EAI (escursione in ambiente innevato)
DIFFICOLTA’ FISICA: Nessuna, alcuni tratti di ripida salita
Durata indicativa ore 3-4
Numero massimo partecipanti: 12
Attrezzatura minima: ciaspole e bastoni, calzature da trekking, giacca antivento, abbigliamento invernale, suggerito zainetto 20-30 lt. Consigliato tisana o bevanda calda a seconda dei gusti.
Spuntino al sacco a cura dei partecipati-Adeguata scorta d’acqua.
Al momento dell’ iscrizione, comunicare se provvisti o meno di ciaspole e bastoncini, per chi ne fosse sprovvisto, la Via dei Monti ha la possibilità di metterle a disposizione con un costo aggiuntivo (vedi sotto).
Ritrovo ore 9.00-parcheggio Santuario Madonna dell’ Acero
Costo escursione : euro 15,00 a persona
Costo escursione+noleggio ciaspole: euro 20,00 a persona
E per il meteo? Come ci regoliamo con il meteo ?
Chi sarà la vostra Guida Ambientale Escursionistica di oggi: Fabrizio
Per iscrizioni e maggiori informazioni: Fabrizio 351/6349935
La Guida si riserva di modificare anche il giorno prima percorso e programma in base alla presenza o meno di neve o rimandare l’ escursione/ciaspolata causa maltempo o per la sicurezza del gruppo.
(Domenica) 9:00 - 14:00