Il meteo nel weekend 30-31 Maggio Avete in mente di fare un’escursione in Appennino emiliano e vi tormenta il dubbio sul meteo? qui sotto l’analisi della situazione della nostra guida Francesco vi può aiutare ad avere un’idea più chiara. Dopo il tempo molto instabile e molto fresco per il periodo che stiamo sperimentando oggi (con persino un po’ di neve sulle cime più alte), domani le condizioni tenderanno a migliorare decisamente, ma sempre in un contesto di correnti nordorientali relativamente fredde e non del tutto stabili. A metà giornata di sabato (vedi cartina) l’Appennino emiliano sarà in parte protetto da un ramo settentrionale dell’Anticiclone atlantico (ribattezzato “Steffen” dal servizio meteorologico nazionale tedesco), ma in parte anche influenzato dalla Depressione “Isolde” presente sull’Europa orientale. Ricordiamo che attorno alle aree di alta pressione il movimento delle correnti avviene in senso orario, mentre al contrario attorno alle basse pressioni in senso antiorario. A causa di questo, l’interazione tra “Steffen” e “Isolde” produrrà un afflusso di aria fresca da nordest, con tempo bello al mattino e un po’ variabile nel pomeriggio, con possibili brevi rovesci. Dai dati attuali, anche per domenica è attesa instabilità pomeridiana dopo una mattinata più tranquilla. Scoprite le prossime escursioni in programma alla pagina “le escursioni del mese“
Case di pietra dal tetto sfondato. Una porta socchiusa sul vuoto spettrale di una piccola stanza. E all’interno, ancora un vecchio letto matrimoniale, in ferro battuto, inclinato sopra un pavimento di travi di legno che stanno a poco a poco cedendo. Uno squarcio nella parete pericolante, là dove un tempo c’era una finestra, con architravi di sasso, infissi di legno e vetri lucenti.
La cultura e la tradizione di un paese appenninico come Gaggio Montano è estremamente vasta e si rifà in larga parte a quel mondo contadino da cui nascono credenze magiche e popolari che hanno scandito per secoli la vita su questi monti. Una tradizione che si perde nella notte dei tempi è quella della Santa Croce, che viene celebrata il 3 maggio ed è una tra le più antiche feste celebrate nelle chiese cristiane. Religiosamente parlando, ha un’ origine molto antica e si riconduce al ritrovamento dei resti della croce di Gesù, avvenuto in Palestina in una data imprecisata. Nel mondo contadino di un piccolo paese dell’ Appennino Bolognese la festa di Santa Croce rappresenta l’ antico rituale delle croci nei campi, a difesa dalle calamità naturali (grandine, fulmini ma anche siccità). La preparazione delle croci avveniva utilizzando rami di piante diffuse in zona (ad esempio il castagno) e con una roncola veniva praticata un’ incisione nella parte alta del braccio verticale per inserirvi poi il braccio trasversale con un ramo d’ulivo benedetto la Domenica delle Palme. Certe volte veniva collocato nell’intersezione anche un frammento di cera della candela che era stata distribuita in chiesa il 2 febbraio, giorno della Candelora, in occasione della festa di purificazione di Maria. Altre volte, un piccolo ramo d’ulivo veniva collocato sulla sommità del braccio verticale. In alcune zone, le croci, prima di essere piantate venivano benedette; poi portate nei campi (processione che si svolge rigorosamente a digiuno) e portate sulla sommità di ogni campo e lì piantate, con la recitazione di (come si diceva una volta) un Pater, Ave e Gloria. Il giorno di Santa Croce è anche il giorno in cui si possono avere importanti pronostici su quello che sarà: Per Santa Croce, il grano con la spiga (se ancora non c’è, qualcosa non sta andando per il verso giusto); un riferimento quindi anche materiale. Dopo la mietitura dei campi, le croci non venivano distrutte ma erano lasciate nei campi: soltanto le forze della natura le avrebbero potute distruggere. Foto tratta da “Nuèter, i sit, i quee” nro 18-1983 Fabrizio Borgognoni Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti Questo articolo fa parte del ciclo di storie “Le escursioni ai tempi del coronavirus”: una raccolta di aneddoti, racconti e nozioni naturalistiche online a cura delle Guide Escursionistiche de La via dei monti, per tenervi compagnia in questo momento di digiuno dalle escursioni. Leggerli sarà come partecipare ad una camminata virtuale con le nostre guide, pur restando a casa, in attesa di ritrovarci presto per sentieri. Visita il nostro sito per scoprire le nostre escursioni.
Le escursioni ai tempi del coronavirus Le ultime novità (2016-2019). Dopo l’uscita, nel 2016, del libro degli Alpinisti del Lambrusco (per i dettagli del quale rimandiamo a quanto scritto nella 1^ puntata), la storia alpinistica dell’Appennino modenese viene fatta esclusivamente nel Gruppo del Monte Giovo. Anche in inverni fortemente condizionati dalle bizze del riscaldamento climatico, le pareti sovrastanti il Lago Santo mantengono la loro severità, con innevamento costante e, spesso, buon ghiaccio. I protagonisti sono bravi alpinisti che salgono dalle città emiliane e toscane, Guide Alpine, senza dimenticare gli attivi scalatori locali, su tutti quel Giorgio Cotelli che abbiamo già incontrato nella puntata precedente della nostra storia. In particolare, sul finire dell’inverno 2017, tra febbraio e marzo, vengono alla luce ben quattro nuovi itinerari, grazie alle favorevoli condizioni nivo-meteorologiche: innevamento non eccessivo ma costante, tempo splendido, buon rigelo notturno per varie settimane consecutive. I nomi delle vie? Club Privé, Un mercoledì da leoni, Ghiaccio a tutti i costi, Gli angeli del ghiaccio. Per tutti i dettagli di queste nuove creazioni vi rimandiamo al nostro amico Massimo Bernardi. Naturalmente, non è finita qui. Finché ci saranno linee “libere”, gli uomini continueranno a scalare le montagne; chissà, prima o poi anche sulle poche pareti dell’Appennino modenese prenderà piede l’arrampicata su roccia. Il nostro racconto, invece, per ora finisce qui. Raccomandiamo a chiunque avesse notizie certe di salite che a noi sono sfuggite, di segnalarcele, in modo da rendere un po’ più completa la storia dell’alpinismo modenese. Cronologia essenziale delle prime ascensioni. Data Cima Salita Epoca imperiale romana Cimone 2165 m Sconosciuti frequentano la vetta Medioevo Alpe di Barga (Cima dell’Omo) 1858 m Pastori di Barga raggiungono ripetutamente la vetta 1567 Cimone 2165 m Prima salita ufficiale da parte del Conte Guidinello di Montecuccoli Inverno 1876 Cimone 2165 m Rondinaio 1964 m Prime invernali ufficiali ad opera di Damiano Marinelli Febbraio 1911 Alpe Tre Potenze 1942 m Libro Aperto 1936 m Gomito 1892 m Prima scialpinistica ufficiale ad opera di sciatori fiorentini Anni ‘60 Sassi di Varana 465 m Il CAI Modena attrezza i primi itinerari in roccia della falesia Primi anni ’60, inverno Giovo 1991 m, Canale Centrale Prima salita ad opera di alpinisti ignoti 19.3.1962 Giovo 1991 m, parete est-nordest V. Sarperi e G. Severini salgono la via Diretta alla Croce Marzo 1963 Crinale tosco emiliano Traversata sciistica alto Appennino Etrusco (Orazio Coggi ed altri) 3.3.1968 Rondinaio 1964 m, parete nordest Prima assoluta sulla parete (M. Pesi, D. Ciuffi, P. Bartoloni) Fine anni ’60, inverno Rondinaio Lombardo 1825 m, parete est Prima assoluta sulla parete (M. Pesi ed altri) Anni ’60, data imprecisata in inverno Libro Aperto 1936 m Prima salita del Canalone Botre ad opera di A. Bafile 13.3.1977 Giovo 1991 m Prima ufficiale del Canale Sinistro (F. Bertoncelli, R. Ferraguti) 4.2.1979 Giovo 1991 m Prima salita nota del Canale Destro (F. Bertoncelli, S. Leporati, S. Burani) Marzo 1982 Giovo 1991 m, Diretta alla Croce Prima discesa ufficiale con gli sci (A. Costi) 25.4.1983 Altaretto 1927 m Prima discesa con gli sci del Canale Destro (S. Fini, C. Labardi) 15.4.1984 Giovo 1991 m, Canale Centrale Prima discesa con gli sci ad opera di L. Parmeggiani 3.3.1987 Gomito 1892 m M. Dianda e M. Castellani scendono con gli sci un canale vergine e lo chiamano Canale dei Filosofi Aprile 1987 Giovo 1991 m Prima discesa con gli sci del Canale di Bacoleta (M. Dianda, R. Simoncini, M. Castellani) 30.1.1988 Gomito 1892 m M. Dianda e M. Castellani scendono con gli sci un canale vergine e lo chiamano Canale della Solitudine 6.3.1994 Giovo 1991 m F. Bertoncelli e P. L. Maselli aprono la Via della Sentinella sulla parete nordest 4.1.2000 Rondinaio Lombardo 1825 m B. Barsuglia e M. Colo’ aprono la via “effimera” sulla parete est 8.1.2000 Rondinaio 1964 m B. Barsuglia, M. Colo’, G. Cotelli aprono “couloir fantasma” sulla parete nordest 6.2.2000 Giovo 1991 m, Grotta Rosa C. Collina e G. Fabbri salgono il Canale diretto 5.1.2002 Rondinaio Lombardo 1825 m B. Barsuglia, M. Colo’, G. Cotelli aprono “vola vola l’ape maia” sulla parete nordest 14.2.2004 Giovo 1991 m, Grotta Rosa N. Bigliazzi e A. Brancè aprono Misto Rossi 16.1.2005 Giovo 1991 m, Grotta Rosa N. Bigliazzi e A. Brancè aprono “ciliegia gully” 29.1.2005 Giovo 1991 m Alpinisti del Forum Planetmountain salgono un canale (“Canale Jocondor”) sulla parete est-sudest; probabile prima salita 7.2.2005 Giovo 1991 m S. Nesti apre con M. Mason “di terra e di ghiaccio”, cascata di ghiaccio e misto alla base della parete nordest; e “miraggio invernale” alla base degli stretti contrafforti 18.2.2005 Giovo 1991 m S. Nesti apre con M. Mason “tra una speranza e un desiderio”, linea di ghiaccio e roccia sui contrafforti basali del monte, sopra il Lago Santo Estate 2005 Giovo 1991 m L. Montanari attrezza con M. Bernardi la “palestra dei Celti”, falesia a fianco del Lago Baccio, su un piccolo contrafforte basale della Grotta Rosa 31.10.2005 Rondinaio Lombardo 1825 m Ielpi e F. Cappelletti aprono “Rolling Stones” sulla parete nordest 23.12.2005 Giovo 1991 m, Grotta Rosa S. Nesti apre con M. Bernardi “i freddi orgasmi di Tex”, su una colata di ghiaccio poco a monte del Lago Baccio 14.1.2006 Giovo 1991 m R. Corbini, A. Ielpi, F. Pacini aprono “Pippon Gully” sulla parete nordest 12.3.2006 Rondinaio Lombardo 1825 m Barsuglia e M. Colo’ aprono “Patagonica” sulla parete nordest Estate 2006 Giovo 1991 m, Grotta Rosa S. Nesti attrezza con M. Bernardi lo “Scudo dei Celti”, falesia a monte del Lago Baccio, su un contrafforte distaccato ai piedi della Grotta Rosa Febbraio 2008 Libro Aperto 1936 m, canale ovest Prima salita certa da parte degli Alpinisti del Lambrusco, che battezzano l’itinerario “in vino veritas” 26.3.2008 Denti della Vecchia 1843 m, paretina nord Prima salita certa da parte di A. Ielpi 30.3.2008 Libro Aperto 1936 m, sperone ovest Prima salita certa da parte di A. Ielpi 12.7.2008 Altaretto 1927m, spigolo sud Gli Alpinisti del Lambrusco scalano un inedito itinerario di roccia, battezzandolo “il Dio delle piccole cose” 30.12.12 Giovo 1991 m L. Ferri, A. Menozzi, C. Collina aprono “i tre porcellini” sulla parete est-nordest 12.1.14 Giovo 1991 m, parete est-nordest Gli Alpinisti del Lambrusco aprono la “variante di destra” e la “variante barbarossa” della Via della Roccia Rossa 26.1.14 Rondinaio 1964 m Grazie agli Alpinisti del Lambrusco ha luce la Diretta sulla parete nordest: Viva Rotàri 13.3.14 Rondinaio Lombardo 1825 m, diedro nordest Prima salita nota da parte degli Alpinisti del Lambrusco 13.2.16 Rondinaio Lombardo 1825 m, via Rolling Stones Prima ripetizione e prima invernale da parte degli Alpinisti del Lambrusco Febbraio e marzo 2017 Giovo 1991 m Colò, Cotelli e altri salgono alcune linee sulla parete nordest: Club Privé, Un mercoledì da leoni, Ghiaccio a tutti i costi, Gli angeli del ghiaccio Francesco Rosati Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti Questo articolo fa parte del ciclo di storie “Le escursioni ai tempi del coronavirus”: una raccolta di aneddoti, racconti e nozioni naturalistiche online a cura delle Guide Escursionistiche de La via dei monti, per tenervi compagnia in questo momento di digiuno dalle escursioni. Leggerli sarà come partecipare ad una camminata virtuale con le nostre guide, pur restando a casa, in attesa di ritrovarci presto per sentieri. Visita il nostro sito per scoprire le nostre escursioni.
Le escursioni ai tempi del coronavirus Nel 1944 il raccolto di grano era stato eccezionale, tanto grano che se ne poteva nascondere ovunque. Il tempo era stato perfetto: pioggia di notte e sole di giorno. E sarebbe servito tutto quel grano per fare fronte ad un inverno tra i più duri e freddi che si ricordino; dopo l’ 8 settembre 1943 e l’armistizio, anche i gaggesi stavano sperimentando la dura realtà della guerra: miseria, sfollamento, paura per le rappresaglie. I negozianti, esaurite le provviste, non potevano più rifornirsi e rifornire il paese: ci si arrangiava, come già per anni era consuetudine, con i prodotti locali. Molti erano gli sfollati, che avevano lasciato le loro case per tentare un rifugio verso Ronchidoso, la Lama, le Serre. A Ronchidoso era attiva una brigata di partigiani, la “Giustizia e Libertà” agli ordini del comandante Pietro. Il 28 settembre 1944 a Ronchidoso era una giornata piovosa , con una nebbia molto fitta e sembrava una giornata relativamente tranquilla. La tranquillità fu rotta verso mezzogiorno, quando si sentì una voce urlare “ Ragaz! I è i tugnein in vàtta a la Sera”: i tedeschi avevano iniziato un rastrellamento. I rastrellamenti divennero abitudine dopo che il governo tedesco aveva emanato un decreto per ampliare i poteri ai reparti tedeschi nella cosidetta “lotta alle bande”. L’obiettivo era quello di vendicare immediatamente ogni azione partigiana, ma le rappresaglie erano indirizzate alla popolazione, creando un clima di paura e terrore e cercando di eliminare ogni possibile convivenza tra popolazione e partigiani. Il rastrellamento durò tutto il giorno, e dopo si sentirono solo colpi da fuoco, il sibilo dei proiettili sembrava fendere la nebbia. Un mese dopo, il 29 ottobre 1944 era un’altra giornata di nebbia ed era domenica. Gaggio era stata liberata solo 9 giorni prima e l’attacco coordinato delle brigate “Giustizia e Libertà”, “Matteotti” e “Garibaldi” aveva portato alla conquista del crinale fino a Monte Belvedere. Il 29 ottobre, quindi, i partigiani salirono a Ronchidoso per quella che doveva essere l’azione atta ad aprire la strada alle truppe alleate per la conquista definitiva del crinale. Lo scenario che si trovò davanti la brigata “Giustizia e Libertà” arrivata verso La Lama era di devastazione totale: le case bruciate, nelle stalle c’erano ormai solo più carcasse di animali annerite dal fuoco. Corpi ammassati e bruciati; gambe, teste, braccia spuntavano dalla cenere della paglia a cui i tedeschi avevano dato fuoco per bruciare i corpi. La rappresaglia di Ronchidoso, Cason dell’ Alta, Casa Ercole, Lama e Cargeto conterà 67 vittime, intere famiglie gaggesi sterminate; un eccidio eseguito senza un motivo reale. Nessun tedesco era stato ucciso, quindi non si poteva parlare di rappresaglia, ma solo di un’azione volta a terrorizzare la zona perchè aveva dato rifugio ai partigiani. I corpi straziati- o almeno ciò che restava- ebbero cristiana sepoltura solo nell’ aprile del 1945 quando gli alleati conquistarono definitivamente il crinale e si potè quindi raggiungere la zona. Dai documenti conservati presso l’ Archivio Militare di Friburgo non si trova cenno di quanto successo a Ronchidoso. Quindi a Gaggio non era successo nulla di rilevante in quella nebbiosa mattina del 28 settembre 1944. Fabrizio Borgognoni Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti Questo articolo fa parte del ciclo di storie “Le escursioni ai tempi del coronavirus”: una raccolta di aneddoti, racconti e nozioni naturalistiche online a cura delle Guide Escursionistiche de La via dei monti, per tenervi compagnia in questo momento di digiuno dalle escursioni. Leggerli sarà come partecipare ad una camminata virtuale con le nostre guide, pur restando a casa, in attesa di ritrovarci presto per sentieri. Visita il nostro sito per scoprire le nostre escursioni.
Domenica 13 Novembre 2022 – ore 9.30 Levanto...
Sabato 15 Ottobre 2022 – ore 9.15 Passo delle...
Domenica 2 Ottobre – ore 9.00 Magrignana ...