Antichi borghi abbandonati da decenni, ridotti a rovine che rami e fogli stanno a poco a poco risucchiando. Fossi guizzanti che attraversano i versanti, portando vita e rumori. Tritoni, ma anche caprioli e aquile. Sono alcune delle meraviglie toccate dal percorso ad anello pensato per gli amanti del trekking, che attraversa tre comuni nell’alto Appennino Tosco-Emiliano, nella provincia di Modena. Il tragitto circolare tocca località Le Polle, stazione sciistica del Cimone nel comune di Riolunato, il meraviglioso borgo abbandonato della Marina, nel comune di Montecreto, il monte Cervarola, tra Sestola e Montecreto, e Passo del Lupo di Sestola, nota stazione sciistica del comprensorio del Cimone. Qualche giorno fa il gruppo trekking La via dei monti ha effettuato un sopralluogo proprio su questo itinerario, un percorso che proporremo questa estate nel calendario di escursioni guidate, zaino in spalla, organizzato con il patrocinio dei Comuni di Abetone, Fiumalbo, Pievepelago, Riolunato, Montecreto, Sestola, Fanano, Frassinoro, Serramazzoni, Parco del Frignano, Valli del Cimone. Nel sopralluogo non poteva mancare la nostra inseparabile Briscola, la mascotte a quattro zampe de La via dei monti, che ci ha dato come sempre qualche prezioso consiglio. Eccovi qualche anticipazione, macchina fotografica alla mano. Questo bel giro ad anello di circa 9 Km parte dalle Polle, nel comune di Riolunato, imboccando il CAI 475. Dopo circa 500m, superata l’area pic-nic, troviamo alla nostra sinistra l’imbocco del sentiero (segnato con segnavia CAI sul terreno, ma riportato in carta senza numero in questo primo tratto) che scende a Case Contri. Dopo circa 1 Km di discesa, in faggeta inframmezzata da radure in cui è facile scorgere caprioli ed altri ungulati, troviamo i segnavia del CAI 469 che sale da Poggio Perduto. Dopo poco il sentiero scende brevemente, a tratti ripido, verso l’impluvio di Rio Becco, che in stagione di pioggia si guada con qualche difficoltà. Superato il Rio Becco e la frazione di Fontana Gelata percorriamo un tratto di strada asfaltata per riprendere, in corrispondenza di un tornante a sinistra, il sentiero CAI che in poche centinaia di metri ci porta ad entrare nel vecchio borgo de La Marina, nel comune di Montecreto, risalente al ‘500/’600 ed ormai abbandonato. Fra i resti delle antiche case e del forno comune resiste ancora la fontana che offre rinfresco al viandante. Dalla Marina inizia il tratto di salita dell’itinerario, che ci condurrà prima a Serra Golara, dove lasciamo il CAI 467 per prendere il 461, e poi fino alla Rovinella dove nella bella stagione possiamo ammirare i tritoni crestati nuotare lentamente nell’omonimo laghetto. Sempre seguendo il 461 dalla Rovinella arriviamo alla strada asfaltata di Passo del Lupo, nel territorio di Sestola, dopo aver attraversato alcuni begli affioramenti delle arenarie del Cervarola. Da Passo del Lupo si imbocca nuovamente il CAI 475 passando di fronte al Giardino Esperia. Ecco che in circa 40’ di facile sentiero, fra ruscelli, vecchie torbiere e belle faggete siamo di nuovo al punto di partenza. All’interno del programma Camminappennino 2016 potrete fare questo bel giro insieme a noi venerdì 8 e martedì 19 Luglio. Per scoprire tutti gli altri itinerari in programma clicca qui Per programmare un’escursione ad hoc per te, o per ricevere il file del percorso in formato .gpx contattaci.
Scheletri di vecchie case appoggiati l’uno all’altro, tenuti in piedi da una vegetazione che sembra cresciuta apposta per non farli collassare. All’interno delle singole abitazioni, nella penombra di un raggio di luce che si fa strada tra le fessure di un tetto crollato, quel che resta di una vita passata. Una stufa nell’angolo della stanza, stoviglie a terra tra brandelli di pareti e foglie. Più in là, a pochi metri, una porta socchiusa sul vuoto spettrale di un’altra stanza fa intravedere ancora un vecchio letto matrimoniale, in ferro battuto, inclinato sopra un pavimento di travi di legno che stanno a poco a poco cedendo. Uno squarcio nella parete pericolante, là dove un tempo c’era una finestra, con architravi di sasso, infissi di legno e vetri lucenti. E nella stalla ancora gli attrezzi del lavoro nei campi. È un viaggio straordinario che si perde nel tempo quello tra i paesi abbandonati dell’Appennino, alla ricerca di antiche borgate, oggi avvolte nel più profondo silenzio. Sono tantissimi i borghi perduti nelle nostre montagne, abbandonati da decenni, e oggi ridotti a qualche brandello di muro inghiottito dalla vegetazione. Ogni comune conserva, nascosti, i suoi tesori, che il bosco si sta a poco a poco riprendendo. A Frassinoro, nei pressi della frazione di Riccovolto, si trova Sant’Antonio, vecchio borgo di pastori e contadini, l’unico che ancora oggi rivive grazie alla passione del Gruppo escursionistico di Montefiorino. Il 17 giugno di ogni anno, i fedeli raggiungono la chiesetta settecentesca restaurata, dove viene celebrata la messa. Nel comune di Pievepelago, sopra la strada che porta al lago Santo, si può visitare Casa Paretto, abitato fino al Dopoguerra, quando iniziò un lento e progressivo esodo che portò al suo spopolamento. Molti abitanti della zona sfollarono lassù, nascosti dal bosco, proprio tra il 1943 e il 1945. E ancora, il borgo carbonaio della Mirandola, uno dei più suggestivi della Valle di Ospitale (Fanano), e il borgo delle Caselle, nella stessa valle. La Lezza (Riolunato), che ha conservato le ultime famiglie fino al 1972, e La Marina (Montecreto). Sempre a Montecreto, sulle pendici del monte Caprile, troviamo il bellissimo Casa Gherardi, e i vicini borghi di Rovinamala e Roncovecchio, oltre al suggestivo complesso archeominerario del monte San Michele, in località Tonarone, anch’esso testimone della vita in montagna nei secoli passati. A Castellino di Riolunato ci sono Il Bosco, Gli Acquarini, Le Vigne e Il Tufo. Nel territorio di Roccapelago (Pievepelago) Per del Polo, Casa Ferioli e Casa Burchi. E vicino al già ricordato S. Antonio, si trovano Cà Picciriello, Cà Manzani, La Cervia, Cecconi, I Tegelli, Case Magnani, Cà Mengoni, Cà di Giorgi e Cà Scaglia. Di un mondo contadino passato, devoto e coraggioso, scandito dai ritmi della terra e delle stagioni, quel che rimane oggi è un silenzioso ‘museo’ di una quotidianità montanara andata, forse per sempre, perduta. Restano le chiese, testimonianza di una ferrea devozione, le abitazioni, con camini freddi da decenni e oggetti intrappolati tra le macerie, e qualche fontana sorda. All’azione della natura, si aggiunge il saccheggio umano, che negli anni ha depredato i borghi, accelerandone l’inesorabile distruzione. Periodicamente spuntano, proposti da enti turistici o comuni, progetti per la valorizzazione dei ‘borghi fantasma’, che si concludono ogni volta in un nulla di fatto. E nel frattempo non è impossibile trovare, in una casa che ancora regge i segni del tempo, un uomo solitario, sfuggito alla civiltà per vivere qualche giorno in un borgo abbandonato. Solo tra i fantasmi. Il gruppo trekking La via dei monti sta organizzando alcune escursioni guidate alla scoperta dei borghi abbandonati dell’Appennino. Per informazioni: info@laviadeimonti.com, www.laviadeimonti.com, 3711842531. Milena Vanoni Casa Paretto. Foto di Milena Vanoni Casa Burchi. Foto di Milena Vanoni Sant’Antonio. Foto di Milena Vanoni
Domenica 13 Novembre 2022 – ore 9.30 Levanto...
Sabato 15 Ottobre 2022 – ore 9.15 Passo delle...
Domenica 2 Ottobre – ore 9.00 Magrignana ...