Escursioni sulla montagna pistoiese, ciaspolate nella suggestiva cornice della foresta di Abetone, trekking di più giorni e viaggi a piedi lungo il crinale appenninico che fa da spartiacque fra due regioni, cinque province e due mari, escursioni faunistiche per osservare e conoscere le specie animali presenti sul nostro Appennino.

PRINCIPALI LUOGHI DI INTERESSE
Cosa vedere durante le escursioni sull’Appenino pistoiese?

Vera perla dell’alta montagna pistoiese è la Foresta Demaniale di Abetone. Inserita in una preziosa cornice di cime fra cui il Cimone, la maggior vetta dell’Appennino Settentrionale, il Rondinaio, l’Alpe di Tre Potenze, il Libro Aperto, è una delle più belle e meglio conservate foreste d’Italia.

Attraversata da due torrenti dal tipico aspetto montano, il Sestaione e la Lima, che ospitano ancora nelle loro acque fredde e turbolente popolazioni autoctone di trota fario mediterranea e scazzone, la foresta demaniale si estende per circa 2.000 ettari.

Anticamente parte delle possessioni del Granducato di Toscana, la foresta, importante riserva di legname per la costruzione delle galee del Granducato (il legname veniva trasportato fino alla valle del Serchi da dove veniva poi fatto fluitare fino alla foce, attraverso un tracciato che ancora oggi conserva il nome di “via dei remi“), passò dopo l’annessione al Regno d’Italia prima e alla Repubblica poi, sotto la gestione Corpo Forestale dello Stato, sostituito dal 2017 dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Pistoia che gestisce la Riserva Naturale Biogenetica di Abetone e le limitrofe Riserve Naturali di Pian degli Ontani e di Campolino.

Lago del Greppo

FAUNA
La fauna dell’Appennino pistoiese è, come quella del vicino alto Appennino modenese, molto varia. Fra le grandi specie “bandiera” si annoverano l’Aquila reale e il lupo, mentre nel complesso l’ornitofauna vede più di un centinaio di specie presenti solo nel territorio delle Riserve Naturali Statali. Fra queste spiccano il rampichino alpestre, il picchio nero (di recente arrivo come nidificante) e diverse specie di passeriformi tipiche degli ambienti di alta quota. Molto ricca anche la presenza di anfibi, gruppo che annovera alcune vere e proprie perle come l’ululone appenninico e il tritone alpestre apuano, endemismo di alcune zone dell’alta Toscana.

Aquila reale al nido (foto Giorgio Nini)

VEGETAZIONE
Dal punto di vista vegetazionale il panorama delle specie e delle loro origini è veramente vario. Secondo Foggi (1990) si può ipotizzare la presenza di tre grandi gruppi di specie con origini comuni: – entità originarie delle montagne circum mediterranee, migrate in Appennino attraverso le Alpi; – entità differenziatesi sulla catena alpina e poi migrate verso sud seguendo l’avanzata dei ghiacciai durante i raffreddamenti climatici del Pliocene; – entità differenziatesi sulla catena alpina e migrate verso sud durante le glaciazioni del Quaternario.

La faggeta, la cui fisionomia risente oggi in modo evidente del tipo di governo (ceduo o fustaia), è la foresta tipica della fascia montana compresa fra i 900-1000 e i 1700-1800 m s.l.m., quota a cui in Appennino si attesta il limite superiore della vegetazione arborea.

Come ci ricorda la bella guida “L’Orto Botanico Forestale di Abetone”, la struttura delle faggete della foresta di Abetone è molto semplice, con un unico strato arboreo dominato dal faggio in associazione a poche altre specie (acero montano, sorbo degli uccellatori, Laburnum alpinum, abete bianco) e un unico strato erbaceo, più ricco nelle fustaie, più povero nei cedui fitti, in cui compaiono Anemone nemorosa, acetosella, orchidea nido d’uccello, luzula, farfaraccio, Geranium nodosum e veronica delle faggete.

Abetine e peccete sono, come in tutto l’Appennino Tosco-Emiliano, in gran parte di origine antropica. Alcuni nuclei di abete bianco spontaneo si trovano nella Riserva di Campolino. Sempre nella Riserva Naturale Orientata di Campolino si trova un prezioso patrimonio genetico e scientifico: un gruppo di esemplari di abete rosso vegetanti allo stato spontaneo, relitto dei popolamenti presenti nell’ultimo periodo glaciale.

Oltre il limite del bosco, nei luminosi e aerei spazi del crinale affacciati sul Tirreno, si alternano le brughiere a mirtilli, formazioni relitte costituite da bassi arbusteti a ericacee (mirtillo nero, falso mirtillo) e arricchite, nel territorio abetonese, da numerose specie arbustive ed erbacee, e le praterie di alta quota, zone caratterizzate da vegetazione erbacea, differenziabili in praterie acidofile e neutro-basofile a seconda della tipologia del suolo.

Le praterie acidofile, vegetazione tipica delle maggiori vette dell’Appenino Settentrionale, sono caratterizzate da copertura discontinua, interrotta da tratti di suolo con elevata pietrosità superficiale. Questa tipologia vegetazionale si sviluppa esposta alle condizioni climatiche e di esposizione più avverse.

Le praterie neutro-basofile si riscontrano soprattutto in esposizioni settentrionali con ridotte pendenze e buona disponibilità di acqua e presentano come specie dominanti il trifoglio e alcune graminacee (Festuca puccinellii, Festuca nigrescens, Poa alpina).

Infine, ultimo paesaggio vegetale presente, il più spinto per quanto riguarda le estreme condizioni ecologche cui è sottoposto, è quello delle pareti rocciose, cenge e falde detritiche, zone di rifugio per alcune specie di rilevante interesse fitogeografico.

Molto interessanti, sia dal punto di vista vegetazionale che faunistico, sono le aree umide costituite dai piccoli laghi di quota, in cui si trovano abbondanti popolazioni di tritone alpino e tritone crestato e dalle torbiere.

La varietà di tutti questi ambienti, vero patrimonio di biodiversità spalmato su un vasto territorio di cime, cenge, foreste e lamacce, si può ammirare, raccolto in poco più di un ettaro, visitando l’Orto Botanico Forestale di Abetone, situato a pochi Kilometri dal paese nella valle del Sestaione.

Le caratteristiche climatiche dell’alta montagna pistoiese sono ben conosciute grazie anche alla presenza di serie storiche raccolte dalla stazione termopluviometrica di Boscolungo. Gennaio è il mese più freddo con medie giornaliere di -2,1°C, mentre le temperature massime si rilevano in Luglio con medie attorno ai 15°C. La piovosità media annua è attestata attorno ai 2.520 mm, con massimi nel mese di Novembre e minimi in Luglio.

GEOLOGIA
Il substrato geologico dell’alto Appennino pistoiese è costituito in prevalenza da rocce di natura arenacea, le quali danno origine disgregandosi a suoli acidi.

L’inclinazione degli strati che costituiscono l’ossatura dei rilievi montuosi in questa parte d’Appennino è tipicamente inclinata con immersione verso i versanti che guardano la Pianura Padana, cosicché le esposizioni tirreniche si presentano sempre evidentemente più aspre e ripide rispetto a quelle adriatiche.

Dal punto di vista geomorfologico, mentre i versanti che si affacciano sul Tirreno sono stati modellati prevalentemente dall’azione dei torrenti montani con l’incisione di numerosi e profondi valloni, i versanti adriatici conservano ancora evidenti i segni dell’erosione glaciale, lasciati dai ghiacciai di circo dell’ultima glaciazione quaternaria (16.000-12.000 anni fa).

La presenza dei ghiacciai ha oggi riscontro anche in campo botanico nelle molte specie relitte che si possono rinvenire nel tratto appenninico che va dal Passo del Cerreto al Passo dell’Abetone (Abete rosso a Campolino, Salix erbarcea sul m. Prado e sul Cimone, Rhododendron ferrugineum sul gruppo del Cusna al Passo del Cerreto e sui versanti nord del Libro Aperto). Molte di queste specie hanno in queste zone il limite meridionale del proprio areale.

Valle delle Pozze

APPROFONDIMENTI STORICI
Numerosi sono gli spunti di approfondimento storico, dalle schermaglie dei Liguri contro le Legioni romane, alle ultime battaglie della Linea Gotica, che si possono trarre percorrendo la statale 12, antica via Ximenes verso il valico dell’Abetone.

CONSIGLI BIBLIOGRAFICI
Per quanto riguarda la cartografia del territorio e delle zone limitrofe per le vostre escursioni montagna pistoiese, vi consiglio la Carta dei sentieri e rifugi edizioni Multigraphic Firenze, scala 1:25.000: “Appennino modenese e pistoiese”, “Appennino reggiano modenese e Garfagnana”, “Alto Frignano Appennino modenese”.

Se cercate dei testi per saperne di più sul territorio della montagna pistoiese e zone limitrofe, e trovare spunti per le vostre escursioni vi consigliamo:

  • Paolo Bellucci “Storia di una strada – i due secoli del valico dell’Abetone” Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, 1980.
  • Vito Paticchia, Marco Boglione “Sulle tracce della Linea Gotica – il fronte invernale dal Tirreno all’Adriatico in 18 tappe” Fusta editore.
  • AA.VV. “La Riserva di Luoghi Naturali Orrido di Botri“, Corpo Forestale dello Stato, UTB Lucca, 2006.
  • AA.VV. “L’Orto Botanico Forestale dell’Abetone un percorso vivente per la conoscenza dell’Alto Appennino pistoiese” Provincia di Pistoia Ecomuseo della Montagna pistoiese

Ci sono poi due belle guide di itinerari sci alpinistici:

  • “Scialpinismo in Appennino, 48 itinerari tra Emilia e Toscana” di Gianni Fabbri e Fabio Montorsi, CAI, sezione di Castelfranco Emilia collana Le nevi dell’escursionista.
  • “Le montagne del silenzio, piccola guida sci-alpiMistica” di Marileno Dianda, Pezzini Editore.

Se vuoi programmare la tua escursione alla scoperta di questo vasto museo a cielo aperto che è l’Appennino pistoiese avvalendoti della professionalità di una Guida Ambientale Escursionistica, contattaci.

 

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