E’ arrivato Il freddo delle pecore?

Il freddo delle pecore

 

 

 

Capitolo 14, paragrafo 5 del manuale di Meteorologia Alpina: il freddo delle pecore.
“Una singolare situazione che si ripete puntualmente ogni anno è chiamata il freddo delle pecore.
D’abitudine, dopo un primo riscaldamento del continente, si ha un’irruzione di aria nuovamente fredda, con correnti da nordovest e nord che riportano il limite della neve a quote relativamente basse, “cosicché le pecore già tosate patiscono il freddo”. Dopo questo evento di regola si instaura l’anticiclone estivo.”


Il freddo delle pecore è dunque non solo un detto popolare tipico dei paesi dell’Europa centrale e delle vallate alpine –estere e italiane settentrionali- ma anche una vera e propria situazione meteorologica che si ripropone puntuale a ogni inizio estate, e che è ben nota ai professionisti in materia.

 

 

Procedendo verso l’Europa meridionale, il freddo delle pecore è di solito più temperato: si manifesta, ma non così intensamente come sulle Alpi, sull’Appennino Settentrionale e Centrale; diviene molto saltuario a seconda degli anni, e/o poco accentuato scendendo verso quello Meridionale.
L’Appennino Tosco-Emiliano è quindi toccato con una certa frequenza dal freddo delle pecore, anche se nella cultura popolare questo detto non è così tipico come invece nelle valli bavaresi, austro-svizzere e altoatesine. Anche i nostri vecchi, comunque, ricordano brevi ma forti sfuriate di freddo a inizio estate, come in un paio di mesi di luglio dei primi Anni Ottanta, con tanto di vetta del Cimone innevata. Ed anche sul finire di giugno del 1996 il Cimone fu imbiancato da un velo di neve tardiva.
Ultimo, il caso di questi giorni. Proprio mentre scrivo, sta andando in scena il freddo delle pecore edizione 2017.

 

 

Dopo un finale di maggio e i primi 2/3 di giugno pienamente estivi (fin troppo), aria fredda proveniente dal Nordatlantico sta scacciando la calura a suon di temporali e vento di Maestrale. Non una semplice rinfrescata estiva, ma una vera e propria sfuriata fredda, pur breve, con netto abbassamento delle temperature. Su varie zone delle Alpi è nevicato debolmente ma diffusamente sopra i 2000 metri; sull’Appennino Settentrionale, la quota dello zero termico si è abbassata di un migliaio di metri abbondanti in ventiquattro ore; persino in Pianura Padana le temperature sono tornate molto gradevoli, a tratti persino fresche.
Teniamo a mente tutto ciò per le gite in montagna del prossimo fine settimana: vestiamoci a strati e prendiamo qualche precauzione più del solito, infilando nello zaino una giacca pesante, oltre a guanti e berretto.

Altrimenti faremo la fine delle povere pecore tosate, che sugli alti pascoli alpini patiscono il freddo improvviso di inizio estate.

 

Francesco Rosati

 

Dolomiti bianche a luglio. Nel 2001, il freddo delle pecore interruppe una calda estate con una breve sfuriata di neve fin quasi al limite del bosco, poco sopra i 2000 metri. La foto è ripresa dal Passo Santner, nel Catinaccio, a 2740 m, durante gli ultimi attimi della nevicata; in basso il pascolo della Malga Hanicker, sullo sfondo l’Altopiano dello Sciliar. (Foto di Francesco Rosati).

Un commento su “E’ arrivato Il freddo delle pecore?”

  1. Non si finisce mai d’imparare 🙂

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