L’Estate di San Martino

ESTATE DI SAN MARTINO, LEGGENDA O REALTA’?

Più probabilmente, un mix di entrambe le cose. Infatti, come per l’ “estate indiana” o ottobrata, anche in questo caso la tradizione popolare trova riscontro spesso e volentieri nella realtà meteorologica.

Ma andiamo con ordine.
Novembre, si sa, è il mese più uggioso, più umido e più piovoso dell’anno in molte zone d’Italia. L’alto Appennino modenese non fa eccezione; anche se a volte il primato di mese più piovoso gli può essere strappato da ottobre, novembre non tradisce mai in materia di pioggia. Le perturbazioni atlantiche si fanno sempre più vigorose, si scavano profonde Depressioni tra il Mar Ligure e il Tirreno, i venti sulle creste tosco-emiliane diventano impetuosi. Verso la fine del mese, poi, fa capolino l’inverno, in maniera più o meno marcata a seconda degli anni.

Nel 2017, ad esempio, sopra quota 1400 m la neve di novembre arrivò fino a primavera, anche se -a causa del riscaldamento climatico in atto- è sempre più raro che la neve novembrina rimanga al suolo fino al disgelo primaverile senza fondere prima. Però, tra le piogge autunnali e i primi freddi invernali, non è raro che la fase centrale di novembre ci regali giornate luminose, asciutte e miti: è l’ Estate di San Martino.

La leggenda è nota. Martino, soldato romano, in una fredda giornata di nebbia incontrò un povero; sceso da cavallo, tagliò in due il proprio mantello con la spada e ne cedette una metà al povero per aiutarlo a proteggersi dal freddo. Dopo pochi minuti, come per miracolo, uscì un caldo sole quasi estivo, a ricompensare Martino del gesto generoso. In seguito, Martino si convertì al Cristianesimo, divenne vescovo di Tours in Francia, morì nel novembre 397 e dopo poco fu proclamato Santo dalla Chiesa cattolica.
Leggenda e realtà si mischiano, fatto sta che l’Estate di San Martino arriva puntualmente quasi ogni anno. E’ il caso attuale. Dopo circa tre settimane caratterizzate dal classico valzer autunnale di perturbazioni atlantiche (seppure in un contesto termico già di per sé ben superiore al normale), queste giornate di metà novembre sono rese tranquille dalla presenza di un’area di alta pressione posizionata nel bacino del Mediterraneo. Alta pressione nel semestre freddo non vuole necessariamente dire sole; la pianura emiliana, ad esempio, è alle prese con una cappa di aria umida e nebbiosa, il classico tappeto di nubi basse che rimane intrappolato nel catino padano in tali casi (oltre a una dose eccessiva di inquinamento, ma questo non è colpa della nebbia o della Pianura Padana, bensì dell’uomo). In Appennino, invece, stiamo vivendo giornate molto luminose e gradevoli, persino troppo miti nelle ore centrali diurne, in rapporto al periodo. Al di sopra dello strato grigiastro e inquinato della frenetica pianura, l’aria è limpida e pulita, le giornate trascorrono senza stress e in armonia con la natura.
In attesa che arrivi l’inverno, vi invitiamo a salire in montagna nel fine settimana, per trascorrere alcune ore respirando a pieni polmoni e…per un’escursione con La via dei monti naturalmente.

 

 

Francesco Rosati

 

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