Il nonno racconta…la festa di Santa Croce

La cultura e la tradizione di un paese appenninico come Gaggio Montano è estremamente vasta e si rifà in larga parte a quel mondo contadino da cui nascono credenze magiche e popolari che hanno scandito per secoli la vita su questi monti.

Una tradizione che si perde nella notte dei tempi è quella della Santa Croce, che viene celebrata il 3 maggio ed è una tra le più antiche feste celebrate nelle chiese cristiane.

Religiosamente parlando, ha un’ origine molto antica e si riconduce al ritrovamento dei resti della croce di Gesù, avvenuto in Palestina in una data imprecisata.

Nel mondo contadino di un piccolo paese dell’ Appennino Bolognese la festa di Santa Croce rappresenta l’ antico rituale delle croci nei campi, a difesa dalle calamità naturali (grandine, fulmini ma anche siccità).

La preparazione delle croci avveniva utilizzando rami di piante diffuse in zona (ad esempio il castagno) e con una roncola veniva praticata un’ incisione nella parte alta del braccio verticale per inserirvi poi il braccio trasversale con un ramo d’ulivo benedetto la Domenica delle Palme.

Certe volte veniva collocato nell’intersezione  anche un frammento di cera della candela che era stata distribuita in chiesa il 2 febbraio, giorno della Candelora, in occasione della festa di purificazione di Maria.

Altre volte, un piccolo ramo d’ulivo veniva collocato sulla sommità del braccio verticale.

In alcune zone, le croci, prima di essere piantate venivano benedette; poi portate nei campi  (processione che si svolge rigorosamente a digiuno) e portate sulla sommità di ogni campo e lì piantate, con la recitazione di (come si diceva una volta) un Pater, Ave e Gloria.

Il giorno di Santa Croce è anche il giorno in cui si possono avere importanti pronostici su quello che sarà: Per Santa Croce, il grano con la spiga (se ancora non c’è, qualcosa non sta andando per il verso giusto); un riferimento quindi anche materiale.

Dopo la mietitura dei campi, le croci non venivano distrutte ma erano lasciate nei campi: soltanto le forze della natura le avrebbero potute distruggere.

 

Fabrizio Borgognoni

Guida Ambientale Escursionistica La via dei monti

 

Questo articolo fa parte del ciclo di storie “Le escursioni ai tempi del coronavirus”: una raccolta di aneddoti, racconti e nozioni naturalistiche online a cura delle Guide Escursionistiche de La via dei monti, per tenervi compagnia in questo momento di digiuno dalle escursioni. Leggerli sarà come partecipare ad una camminata virtuale con le nostre guide, pur restando a casa, in attesa di ritrovarci presto per sentieri.

 

Un commento su “Il nonno racconta…la festa di Santa Croce”

  1. Ho partecipato con il Cuore e la mente a quella processione tra i campi, con la mia CROCE in mano, ho piantato in un campo, anche se non mio, la mia CROCE BENEDETTA CON ANCHE UN PO’ DI GOCCE DI C’ERA DI CANDELA DELLA CANDELORA, HO RECITATO GUARDANDO IL CIELO IL PATER AVE E GLORIA CHE SALGA AL PADRE OGNI GESTO FATTO CON AMORE PER IL RACCOLTO ABBONDANTE DELL’AGRICOLTURA CHE IL PADRE BENEDICA OGNI LAVORO DELL’UOMO. ERO A DIGIUNO.

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.